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García Lorca nacque a Fuente Vaqueros, nella provincia di Granada (in Andalusia), il 5 giugno del 1898, figlio di Federico García Rodríguez un ricco possidente terriero, e di Vicenta Lorca Romero (1870-1959), un’insegnante, seconda moglie del padre, dalla fragile e cagionevole salute, al punto che ad allattare il figlio non sarà lei stessa, ma una balia, moglie del capataz del padre, e che tuttavia eserciterà una profonda influenza nella formazione artistica del figlio: lascia infatti presto l’insegnamento per dedicarsi all’educazione del piccolo Federico.
Figura di spicco della cosiddetta generazione del ’27, un gruppo di scrittori che affrontò le avanguardie artistiche europee con risultati eccellenti, tanto che la prima metà del Novecento viene definita la Edad de Plata (Età dell’argento) della letteratura spagnola. Scoppiata la guerra civile spagnola e schieratosi apertamente a favore delle forze repubblicane, Garcia Lorca viene ucciso dai falangisti, seguaci di Francisco Franco.
E’ considerato il più grande poeta spagnolo e uno dei principali autori del teatro moderno. I temi delle sue poesie sono quelli del destino, dell’amore doloroso e della morte e riflettono lo spirito andaluso che è in pratica una commistione di aspetti arabi e gitani con l’animo spagnolo. I suoi versi raccontano in modo semplice le umane passioni in un affresco in cui si mescolano sogno e realtà I lavori teatrali a ciò aggiungono il tema eterno della lotta tra la libertà dell’individuo e la necessità del rispetto delle regole, spesso cieche ed assurde, della società. La sua prosa è insieme spontanea e lirica con pennellate sorprendenti ed originali che creano figure inconsuete e allegorie originali. Il suo teatro è ancor oggi rappresentato in tutto il mondo.
Il 19 agosto 1936 veniva fucilato, all’età di 38 anni, lo scrittore, poeta e drammaturgo spagnolo Federico García Lorca.