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Jaroslav Seifert è nato a Praga nel settembre del 1901 da una famiglia povera, ha amato e osannato la sua città come nessun poeta. Poeta, scrittore e giornalista cecoslovacco è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura (1984) per la poesia ricca di freschezza, sensualità e creatività , frutto di un essere umano versatile e di uno spirito indomabile. Ha scritto e pubblicato oltre trenta raccolte di poesie e opere per i bambini. In patria, oltre che poeta, elogiato per il suo stile colloquiale all’occorrenza ricco di sensualità e humor, era considerato anche come simbolo di libertà di espressione.
Il tema principale intorno a cui ruotano le poesie di Jaroslav Seifert è la città di Praga, città magica e tragica e il poeta sente distintamente il dolore della sua gente. Praga diventa la donna amata e nessuno come lui ne ha cantato le bellezze e la disperazione.
La sua prima raccolta Città in lacrime del 1921 (Město v slzách) influenzata dal movimento Poesia Proletaria, ha come unica protagonista Praga, in cui viene descritta come una città di sofferenze. La scrittura ha un tono spontaneo ed è espressivamente acerba, in cui l’autore cerca costantemente la rima, anche se spesso la sostituisce all’assonanza, ovvero una forma di rima imperfetta.
Nel 1923 Jaroslav Seifert pubblica Solo amore (Samá láska) in cui esprime il suo appoggio alla rivoluzione. Qui la scrittura varia passando al verso libero e l’autore celebra la modernità .
Nel 1925 Jaroslav Seifert pubblica la raccolta di poesie Sulle onde del Telegrafo Senza Fili (Na vlnách TSF) al cui interno è possibile leggere anche la poesia proletaria Il viaggio di nozze (Svatebnà cesta) dove l’autore introduce il tema dell’amore.
L’usignolo canta male (SlavÃk zpÃvá Å¡patnÄ›) pubblicato nel 1926 dopo il viaggio nell’URSS è caratterizzato da versi corti e rimati con slogan e agitazioni politiche. Nel 1930 Seifert diventa capo redattore del mensile di teatro Nová scéna. Negli anni ’30 e ’40 ha collaborato con diversi giornali.
Nel 1929, con la raccolta di poesie Il piccione viaggiatore (PoÅ¡tovnĺ holub) Jaroslav Seiferet si allontana dell’avanguardia poetista. Dopo quattro anni, nel 1933, pubblica una nuova raccolta La mela dal grembo (Jablko z klÃna) in cui è presente un nuovo stile, inaspettato per la poesia ceca del secolo scorso, che durerà fino alla fine della seconda guerra mondiale. Si nota un nuovo interesse per i dettagli di vita quotidiana e la nostalgia che avvolge i ricordi della propria infanzia che rendono la sua poesia più familiare e intima.
Nel 1938 pubblica il testo Spegnete le luci (Zhasněte světla) scritto dopo la conferenza e l’accordo a Monaco di Baviera tra fra i capi di governo di Regno Unito, Francia, Germania e Italia. La poesia che dà il titolo alla raccolta è la più famosa e parla della minaccia nazista che aleggia in quegli anni su Praga.
Durante la conquista nazista della Cecoslovacchia, Jaroslav Seifert continua a scrivere poesie in cui esprime l’angoscia della sua madrepatria, in L’elmo di terracotta (PÅ™ilba hlÃny) pubblicato nel 1945, parla dell’insurrezione di Praga contro il Nazismo, avvenuta proprio quell’anno.
Fu proprio con quest’opera che Jaroslav Seifert viene identificato come poeta nazionale ceco, diventando espressione del dolore e della sensibilità della gente comune verso la speranza per la sopravvivenza. Nel 1966 continua l’antica tradizione della storia di Boemia, in cui sono proprio i poeti a tener viva la coscienza nazionale.
Nel 1984 vince il Premio per la letteratura, diventando il primo poeta ceco che ha vinto questo premio, ma è ormai troppo anziano per volare a Stoccolma per ritarare il premio.
Seifert muore a Praga il 10 gennaio del 1986. Come artista del popolo, il suo funerale diventa un evento nazionale, in quanto a Seifert viene fatto un funerale di stato.
CONCERTO DI BACH
Al mattino non dormivo mai a lungo;
i tram mi hanno svegliato
proprio come i miei versi.
Tirandomi fuori dal letto per i capelli
mi hanno trascinato sulla sedia
e mi ha costretto a scrivere
appena si era appena strofinato gli occhi.
Acceso dalla dolce saliva
alle labbra di un momento singolare
Non ho pensato affatto
nella salvezza della mia povera anima;
più di un eterno benessere
Vorrei un breve momento
di piacere effimero.
Le campane della terra mi sollevarono invano;
L’ho aderito con i denti, le unghie.
Era pieno di profumi
e provocanti segreti.
Quando di notte guardavo il cielo
non era il cielo che stavo cercando.
Mi ha spaventato molto di più con i buchi neri
spalancato da qualche parte nel profondo del cosmo
e ancora più spaventoso
dell’inferno stesso.
Ma potevo sentire i suoni del clavicembalo.
era un concerto
di Johan Sebastian Bach
per oboe, clavicembalo e strumenti ad arco.
Da dove proviene? Lo ignoro.
Ma non era da terra.
Anche se allora non bevevo vino
Barcollai leggermente
e ho dovuto trattenermi con le graffette
alla mia stessa ombra.
Jaroslav Seifert