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15 settembre 2006 muore a Firenze Oriana Fallaci, una delle giornalista italiane più conosciute (e discusse) nel mondo.
Da giovane, prese parte attivamente alla Resistenza italiana e si distinse come la prima donna italiana a recarsi al fronte in veste di inviata speciale. Mostrò un forte sostegno per la rinascita culturale della Grecia e strinse rapporti con alcune delle personalità più influenti del paese, tra cui Alexandros Panagulis, con cui ebbe anche una relazione sentimentale. Negli ultimi anni della sua vita, attirò l’attenzione per le sue posizioni critiche nei confronti dell’Islam, in particolare in seguito agli attentati dell’11 settembre 2001 a New York, città in cui risiedeva. Come scrittrice, ha raggiunto un notevole successo con dodici libri che hanno venduto circa venti milioni di copie in tutto il mondo.
Il padre era un partigiano e Oriana, ancora ragazzina, partecipò alla Resistenza come staffetta. In seguito, fu la prima giornalista donna, italiana, a essere un’inviata speciale al fronte, fu anche la sola giornalista italiana presente al fronte, durante la guerra del Vietnam. Nel corso dei decenni raccontò la rivolta di Detroit dopo l’uccisione di Martin Luther King, il conflitto arabo-palestinese, le guerriglie contro le dittature del Sudamerica, la morte di Bob Kennedy, i conflitti in Asia.
Nella sua carriera intervistò uomini come Ali Bhutto in Pakistan, Haile Selassie in Etiopia, Indira Gandhi in India, Golda Meir, prima donna premier di Israele, Reza Pahlavi, penultimo Scià di Persia, Yassir Arafat, storico leader palestinese, Henry Kissinger e molte altre fra le più potenti personalità del globo.
Celebri, infine, anche alcuni suoi libri come Lettera a un bambino mai nato e Insciallah, anche se per tutti gli anni ’90 visse piuttosto isolata a New York. Ritornò alla ribalta dopo gli attentati dell’11 settembre per alcune posizioni fortemente critiche nei confronti del mondo islamico.