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Il 14 settembre 1938 nasce a Firenze Tiziano Terzani, è stato un giornalista e uno scrittore italiano noto soprattutto per il suo lavoro di corrispondente dall’estremo Oriente e la grande passione che coltivava per le culture e le popolazioni asiatiche: ha vissuto in Asia per trent’anni, lavorando come reporter per diverse testate, italiane e straniere, documentando i cambiamenti epocali del tempo e interessandosi con infinita dedizione alle credenze e alle filosofie orientali, di cui era un profondo conoscitore.
Iniziò la sua carriera giornalistica appena diciassettenne, nel 1955, quando gli fu offerto di collaborare come cronista sportivo per il Giornale del Mattino. Ebbe modo di studiare Giurisprudenza al collegio annesso alla Scuola Normale di Pisa e, nel 1961, si laureò con una tesi sul diritto internazionale. L’anno dopo iniziò a lavorare nell’ufficio del personale dell’Olivetti, un impiego che, fornendogli l’opportunità di viaggiare, cambiò per sempre la sua vita: pubblicato sul periodico L’Astrolabio nel 1966, il suo primo reportage, Natale negro. Rapporto sulla segregazione in Sud Africa, fu scritto grazie a un viaggio di lavoro per conto dell’Olivetti.
Nonostante le occasioni per viaggiare, che lo portarono in Asia per la prima volta, il lavoro per l’azienda italiana non faceva per lui e decise di proseguire gli studi: vinse una borsa di studio per la Columbia University, conseguendo una laurea in Affari internazionali, ottenne uno stage nella redazione del New York Timese studiò cinese a Stanford, in California.
La sua carriera di giornalista decollò nel 1972, quando approdò a Singapore per la testata tedesca Der Spiegel, dando inizio una collaborazione che sarà lunga e proficua per entrambe le parti: sebbene abbia scritto anche per La Repubblica, L’Espresso e Il Corriere della Sera, quello per il settimanale tedesco fu l’incarico più duraturo della sua carriera e, soprattutto, quello che gli permise di esplorare l’estremo Oriente per oltre trent’anni, come corrispondente.
Dall’esperienza in Vietnam nascono i primi due libri dell’autore, due reportage narrativi intitolati Pelle di leopardo. Diario vietnamita di un corrispondente di guerra, uscito nel 1973, e Giai Phong! La liberazione di Saigon, uscito nel 1976, oggi raccolti nell’unico volume Pelle di leopardo.
Nel 1979, dopo quattro anni passati ad Hong Kong, si trasferisce con la famiglia a Pechino: per comprendere meglio la realtà cinese viaggia visitando città e paesi chiusi agli stranieri, facendo frequentare ai suoi figli la scuola pubblica cinese.
Il suo libro successivo è “Holocaust in Kambodsch” (1981) dove Terzani racconta il suo viaggio in Cambogia, a Phnom Penh, dopo l’intervento vietnamita.
Viene espulso dalla Cina nel 1984 per “attività controrivoluzionarie”: racconta il suo dissenso in “La porta proibita”.
Durante il 1985 risiede ad Hong Kong, poi si trasferisce a Tokyo dove rimane fino al 1990.
Sul crollo dell’impero sovietico pubblica nel 1992 “Buonanotte, Signor Lenin“: il libro viene selezionato per il “Thomas Cook Award”, il premio inglese per la letteratura di viaggio.
Nel 1994 si stabilisce in India assieme alla moglie Angela Staude, scrittrice, e ai due figli.
Nel 1995 viene pubblicato “Un indovino mi disse“, cronaca di corrispondente in Asia che per un anno ha vissuto senza mai prendere aerei: questo lavoro diventa un vero e proprio bestseller. A quest’ultimo fa seguito il libro “In Asia” (1998), a metà tra reportage e racconto autobiografico.
Nel 1998 dà alle stampe la raccolta degli articoli scritti in oltre vent’anni di corrispondenza dai paesi asiatici: In Asia è un volume che testimonia la capacità dell’autore di farsi veramente cronista del suo tempo, non soltanto dei grandi fatti della storia, ma anche dei piccoli avvenimenti e della vita quotidiana dei popoli tra i quali ha vissuto.
Nel 2002 pubblica “Lettere contro la guerra“, sull’intervento militare degli Stati Uniti in Afghanistan e sul terrorismo. In parte per rispondere al celebre La rabbia e l’orgoglio di Oriana Fallaci e in parte per riflettere sull’attentato come un’opportunità per soffermarsi a considerare il futuro dell’Occidente.
Il libro, per i suoi contenuti decisamente forti, viene rifiutato da tutti gli editori di lingua anglosassone.
Lettere contro la guerra è un ritratto dell’Afghanistan incredibilmente lucido, ragionato, e quanto mai attuale.
Inizia poi un “pellegrinaggio” che lo porta a intervenire in diverse scuole e incontri pubblici, appoggiando Gino Strada ed Emergency nella causa “Fuori l’Italia dalla guerra”.
Nel 2004 esce “Un altro giro di giostra“, viaggio nel bene e nel male del nostro tempo, alla ricerca di una cura contro il cancro di cui Terzani è affetto dal 2002. Il libro tratta del suo modo di reagire alla malattia – un tumore all’intestino – cioè quello di viaggiare per il mondo e osservare con lo stesso spirito giornalistico di sempre, le tecniche della più moderna medicina occidentale come quelle delle medicine alternative. Si tratta del viaggio più difficile da lui affrontato, alla ricerca di una pace interiore che lo porterà ad accettare serenamente la morte.
Tiziano Terzani muore a Orsigna (Pistoia) il 28 luglio 2004.
Pubblicato postumo nel 2006 e scritto a quattro mani con il figlio Folco, La fine è il mio inizio (Longanesi) è stato definito il testamento spirituale di Tiziano Terzani: un lungo viaggio, questa volta nella memoria, per rievocare momenti e insegnamenti di una vita spesso incredibile, cercando di dare un senso ai ricordi, trovando un’ultima storia da raccontare al figlio prima di morire, qualcosa che possa tenere con sé dopo la scomparsa del padre; il libro prende in considerazione non soltanto la vita dell’autore, ma la vita in generale e il suo significato, una riflessione che viene lasciata in eredità a tutti i lettori del libro, ultimo insegnamento di Terzani.