Leggere è una delle attività più longeve della storia dell’essere umano: le prime tavolette incise di nostra conoscenza risalgono al terzo millennio a.C., e da quel momento la storia del libro si è evoluta passando da papiri, manoscritti, libri stampati a caratteri mobili, per poi diramarsi nelle varianti contemporanee come ebook e audiolibri. E la lettura, con la sua storia antichissima, è un’attività che continua a diffondersi, tanto che ci troviamo a poter dire che non ci sono mai state così tante persone in grado di leggere quante oggi.
A questo punto può venire da chiedersi da una parte perché si legge, e, visto che si tratta di un’abitudine generalmente considerata in modo positivo dalla società, perché leggere fa bene?
Sono davvero moltissime le ricerche scientifiche che negli anni si sono dedicate a trovare le risposte a queste domande, dimostrando nei vari contesti quali potessero essere i numerosi benefici del leggere. E i risultati mostrano che non solo leggere fa bene, ma fa bene in contesti molto diversi tra loro: dalla salute alla socialità, passando per il benessere psicologico e la sfera educativa.
Leggere può assumere un significato diverso per tutti: per molti può voler dire leggere una o due pagine di un libro di crescita personale, o cimentarsi nella lettura di un breve giallo mentre si è sotto l’ombrellone a rilassarsi; per altri, invece, può significare immergersi nei mondi delle favole mentre si sta accompagnando i propri figli nel sonno.
Leggere quindi può significare moltissime cose, e ognuna è lecita: che piacciano romanzi, saggi, gialli, fantasy, libri per ragazzi, fumetti o altro ancora, leggere può risultare comunque un’attività ricca di benefici: vediamo perché.
Sembra che la lettura possa dare dei risultati anche a livello fisiologico: da una parte leggere è un’attività correlata con una diminuzione della tensione muscolare e con un rallentamento del battito cardiaco, dall’altra è un’attività che stimola la mente. Tenendo il cervello attivo, la lettura può quindi contribuire a rallentare il suo naturale processo di invecchiamento; degli studi hanno anche mostrato come la lettura di testi riguardanti dei movimenti attivi le aree del cervello deputate all’attività motoria, quella di testi che descrivono odori le aree legate alla ricezione olfattiva, e così via, fungendo da vero e proprio allenamento e da potenziale strumento di prevenzione per problematiche neurologiche.
Pensiamo alle saghe fantasy in cui si diramano dinastie e leggende, oppure ai gialli, in cui ogni piccolo dettaglio può rivelarsi fondamentale per la risoluzione del delitto: leggere aiuta inevitabilmente a tenere allenata la memoria, perché ci costringe a tenere le fila dei nomi, degli accadimenti e degli snodi che si sviluppano nelle storie raccontate.
Per tenere traccia di queste informazioni inoltre la mente ha bisogno di rimanere concentrata. È riconosciuto come ormai le nuove tecnologie abbiano diminuito notevolmente la nostra soglia di attenzione, oltre che il tempo che riusciamo a dedicare a una sola attività senza sentire il bisogno di una distrazione. La lettura contrasta questo fenomeno: la passione che spinge i lettori a voler “sapere come va a finire” tiene incollati alle pagine anche i più distratti, permettendo di allenare la concentrazione e risultare più produttivi anche in altre attività, come il lavoro o lo studio.
I mondi che la lettura può portarci a conoscere non sono solo quelli lontani. A un certo punto nella vita si fa i conti con il fatto che non tutti i sogni nel cassetto, piccoli o grandi che siano, siano realizzabili in una sola esistenza: e così chi ha dovuto rinunciare alle proprie ambizioni di esploratore potrebbe rivivere la passione attraverso i reportage, chi non è riuscito a sfondare in una carriera musicale potrebbe esperire le gioie del palcoscenico attraverso dei memoir, godendo dei lati positivi (ma scoprendo anche quelli negativi), delle strade alternative che si è scelto di non imboccare.
I libri sono una scintilla perfetta da cui far partire conversazioni con persone che si vuole conoscere meglio: permettono infatti di aprirsi in modo profondo e personale, raccontando il proprio punto di vista sulle storie, senza rivelare troppo di sé. Ed è proprio da questo genere di conversazione che possono nascere nuove amicizie: al contrario dello stereotipo del lettore solitario, anche diverse ricerche scientifiche mostrano che leggere rende le persone più socievoli.
Infine la lettura può migliorare i rapporti sociali anche perché permette di sviluppare empatia, facendo immedesimare i lettori nelle gioie e nei dolori di personaggi immaginari, anche quelli molto diversi da noi. Allenando questo sentimento diventa più facile empatizzare anche con le persone che ci sono vicine e con quelle con cui ci sembra di non avere niente in comune, migliorando i rapporti già esistenti e creando basi solide per costruirne di nuove.
Leggere significa poter imparare dal passato, in termini di storia e politica, e imparare dagli altri, in termini di scelte di vita. Ma la lettura ha anche un altro potere: quello far sfidare le proprie certezze, leggendo libri in cui gli scrittori (o personaggi) esprimono opinioni diverse da quelle del lettore. La chiarezza del ragionamento e i tempi della scrittura infatti permettono di approfondire le idee altrui meglio che in una conversazione botta e risposta, aiutando così a capire meglio i punti di vista lontani dai propri, anche se non li si condivide.
Leggere, oltre ad aumentare le conoscenze, espande il lessico: anche da adulti non è raro trovare nei libri parole che non si conoscono, che una volta cercato il significato si aggiungono al proprio repertorio. Ma non solo: c’è un’ampia classe di parole di cui conosciamo il significato ma che non usiamo attivamente (pensiamo per esempio agli infiniti sinonimi di verbi come fare e di sostantivi come cosa; non si finirà mai di impararne di nuovi). La lettura aiuta quindi anche ad ampliare lo spettro di parole che utilizziamo, rendendo più ricco sia il linguaggio scritto che quello parlato.
Capita a molti lettori, di fronte a una trama in cui ci si sente particolarmente coinvolti, di addolorarsi per un finale in cui il protagonista non ottiene ciò che desidera, o peggio in cui perde qualcosa a cui tiene molto. Questo sentimento di dolore può accompagnare il lettore per qualche giorno, e ricorda il dolore che può insorgere quando lo stesso accade nella vita vera. I libri rappresentano quindi una sorta di educazione sentimentale, che prepara ad affrontare le difficoltà e le delusioni vivendole prima sulla pelle dei propri personaggi preferiti.