“Due vite” di Emanuele Trevi è il vincitore del Premio Strega 2021. Lo scrittore e critico letterario ha vinto con 187 voti totali, aggiudicandosi la 75esima edizione del principale premio letterario italiano, avendo la meglio sugli altri finalisti Edith Bruck, autrice de “Il pane perduto” (La Nave di Teseo), di Donatella Di Pietrantonio con “Borgo sud” (Einaudi), Giulia Caminito con “L’acqua del lago non è mai dolce” (Bompiani) e di Andrea Bajani con “Il libro delle case” (Feltrinelli). La proclamazione del vincitore è avvenuta durante la diretta che si è tenuta su Rai3, come di consueto al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma in una serata condotta da Geppi Cucciari. Viste le attuali prescrizioni governative in materia di distanziamento fisico la serata finale non ha potuto svolgersi alla presenza del pubblico consueto, composto dall’ampia giuria del premio e dagli altrettanto numerosi appassionati che ogni anno intervengono a Villa Giulia.
Emanuele Trevi è riuscito anche nell’impresa di portare alla vittoria un editore come Neri Pozza (di solito il premio viene assegnato alle case editrici più grandi), con una storia in cui Trevi ripercorre la storia di due scrittori scomparsi prematuramente e soprattutto la storia di un’amicizia, quella con Rocco Carbone e Pia Pera: “Non è importante creare l’eterno, l’importante è allungare la memoria”. Come ha spiegato Francesco Piccolo, che lo ha candidato, il libro “racconta delle sconfitte e delle euforie, dei litigi e dei gesti indimenticabili, delle notti romane; e parla del dolore di averli persi” ed è un modo di tenerli sempre vicini attraverso “Le storie, la memoria, la riflessione, le divagazioni e la distrazione”. Per capire l’importanza che Trevi dà alla scrittura come possibilità di ricordo, a un certo punto del libro, parlando della sua amicizia con Carbone e Pera scrive: “Ne deduco che la scrittura è un mezzo singolarmente buono per evocare i morti, e consiglio a chiunque abbia nostalgia di qualcuno di fare lo stesso: non pensarlo ma scriverne, accorgendosi ben presto che il morto è attirato dalla scrittura, trova sempre un suo modo inaspettato per affiorare nelle parole che scriviamo per lui”.
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IL PANE PERDUTO, un libro per ricordare sempre, ma anche un libro per comprendere meglio. Bello, molto gradito