La collaborazione con “Il Mondo” di Pannunzio, la fondazione dell’“Espresso” che, con le inchieste, racconta l’altra faccia del Paese. E l’avventura di “Repubblica” che cambia per sempre la storia dell’informazione italiana.
“Sono nato a Civitavecchia il 6 aprile del 1924 alle ore 10.30, all’ultimo piano d’un palazzo costruito nei primi anni dell’Ottocento nella piazza centrale della città“. Comincia così il suo racconto autobiografico, con l’austera meticolosità di chi sa che la propria vita – o meglio le tante vite vissute in un’unica vita – è stata un’avventura importante. Un lungo viaggio in cui ha incrociato molte altre esistenze, condizionando innumerevoli destini e anche la storia d’un paese intero. Economista, inventore di giornali, imprenditore, politico, filosofo, romanziere, poeta. In ultimo anche amico del Papa gesuita, lui cresciuto tra le pagine di Diderot e Voltaire.
Aveva da poco compiuto 98 anni Eugenio Scalfari, fondatore dei quotidiani “la Repubblica” e “l’Espresso“.
Una vita segnata dalla passione per il giornalismo. Scalfari si laurea in Giurisprudenza e nel 1950 inizia la carriera giornalistica come collaboratore de Il Mondo e L’Europeo.
Ma è nel 1955 che avviene la svolta: fonda con Arrigo Benedetti il quotidiano L’Espresso, il primo settimanale italiano d’inchiesta, dove lavora sia come direttore amministrativo che come collaboratore per l’economia. Nel ’62 diventa il primo direttore-manager italiano, ruolo che manterrà anche per la Repubblica.
L’avventura a la Repubblica inizia il 14 gennaio 1976 e nel 1996, a 72 anni, Scalfari lascia la direzione del quotidiano. Dopo il ritiro si dedica alla scrittura di saggi e romanzi, che portano alla scoperta della sua vita, del suo mondo interiore, della sua famiglia. Quest’ultima è un fattore importantissimo per Scalfari: nel 1950 sposa Simonetta, figlia del giornalista Giulio De Benedetti, dalla quale avrà due figlie, Enrica e Donata.
Dopo la scomparsa della moglie Simonetta avvenuta nel 2006, Scalfari si risposa con Serena Rossetti, segretaria di redazione de l’Espresso – e successivamente di la Repubblica – a cui si era sentimentalmente legato negli anni ’70.
Sono tante le opere che Scalfari ha realizzato nel corso della sua lunga carriera. Il primo libro lo ha scritto nel 1955, insieme a Ernesto Rossi e Leopoldo Piccardi, pubblicato da Laterza è Petrolio in gabbia. Successivamente produce il saggio “Rapporto sul neocapitalismo in Italia”, pubblicato sempre con l’editore Laterza.
È con Dibattito sul laicismo, pubblicato da La Biblioteca di Repubblica, che inizia la sua lunga riflessione sul rapporto tra la fede e la laicità che approda poi nel Dialogo tra credenti e non credenti del 2013. Nel 2014 per i suoi 90 anni ha pubblicato un’autobiografia, uscita in allegato al quotidiano.
Eugenio Scalfari si è sempre dichiarato ateo. Papa Francesco aveva risposto a un suo intervento con una lettera a Repubblica pubblicata l’11 settembre 2014. L’incontro è poi diventato un libro pubblicato nel 2019, Il Dio unico e la società moderna. Incontri con Papa Francesco e il Cardinale Carlo Maria Martini.