Wole Soyinka è nato il 13 luglio 1934 ad Abeokuta, vicino a Ibadan, nella Nigeria occidentale. Dopo gli studi universitari preparatori nel 1954 al Government College di Ibadan, ha proseguito presso l’Università di Leeds, dove, successivamente, nel 1973, ha conseguito il dottorato. Durante i sei anni trascorsi in Inghilterra, è stato drammaturgo al Royal Court Theatre di Londra 1958-1959. Nel 1960 ricevette una borsa di studio Rockefeller e tornò in Nigeria per studiare il dramma africano. Allo stesso tempo, ha insegnato teatro e letteratura in varie università di Ibadan, Lagos e Ife, dove, dal 1975, è professore di letteratura comparata. Nel 1960 fonda il gruppo teatrale “Le Maschere 1960” e nel 1964 la “Compagnia Teatrale Orisun”, in cui ha prodotto le proprie opere e partecipato come attore. È stato periodicamente visiting professor alle Università di Cambridge, Sheffield e Yale.
Durante la guerra civile in Nigeria, Soyinka fece appello in un articolo per il cessate il fuoco. Per questo è stato arrestato nel 1967, accusato di cospirazione con i ribelli del Biafra, ed è stato tenuto prigioniero politico per 22 mesi fino al 1969. Soyinka ha pubblicato una ventina di opere: drammi, romanzi e poesie. Scrive in inglese e la sua lingua letteraria è caratterizzata da una grande portata e ricchezza di parole.
In qualsiasi popolo che volontariamente si sottomette alla “quotidiana umiliazione della paura”, l’uomo muore.
aveva scritto il futuro Nobel nigeriano esattamente quarantacinque anni prima, a sigillo della prima edizione del suo racconto di quasi due anni e mezzo di prigionia nel suo Paese
Come drammaturgo, Soyinka è stato influenzato, tra gli altri, dallo scrittore irlandese J.M. Synge, ma si collega al tradizionale teatro popolare africano con la sua combinazione di danza, musica e azione. Basa i suoi scritti sulla mitologia della sua stessa tribù, gli Yoruba, con al centro Ogun, il dio del ferro e della guerra. Ha scritto le sue prime commedie durante la sua permanenza a Londra, The Swamp Dwellers e The Lion and the Jewel (una commedia leggera), che sono state rappresentate a Ibadan nel 1958 e nel 1959 e sono state pubblicate nel 1963.
Successivamente, commedie satiriche sono The Trial of Brother Jero (eseguita nel 1960, publ. 1963) con il suo seguito, Jero’s Metamorphosis (eseguita nel 1974, publ. 1973), A Dance of the Forests (eseguita nel 1960, publ. 1963), Kongi’s Harvest (eseguita nel 1965, publ. 1967) e Madmen and Specialists (eseguito 1970, publ. 1971). Tra le serie opere filosofiche di Soyinka ci sono (a parte “The Swamp Dwellers”) The Strong Breed (eseguita nel 1966, publ. 1963), The Road (1965) e Death and the King’s Horseman (eseguita nel 1976, publ. 1975). Nelle Baccanti di Euripide (1973), ha riscritto le Baccanti per la scena africana e in Opera Wonyosi (eseguita nel 1977, publ. 1981), si basa sull’Opera del mendicante di John Gay e sull’Opera da tre soldi di Brecht. Le ultime opere drammatiche di Soyinka sono A Play of Giants (1984) e Requiem for a Futurologist (1985).
Soyinka ha scritto due romanzi, Gli interpreti (1965), narrativamente, un’opera complicata che è stata paragonata a quella di Joyce e Faulkner, in cui sei intellettuali nigeriani discutono e interpretano le loro esperienze africane, e Stagione di anomia (1973) che si basa sul i pensieri dello scrittore durante la sua prigionia e confronta il mito di Orfeo ed Euridice con la mitologia degli Yoruba.
Puramente autobiografici sono L’uomo è morto: diari di prigionia (1972) e il racconto della sua infanzia, Aké. Gli anni dell’infanzia (1981), in cui spiccano il calore e l’interesse dei genitori per il figlio. Saggi letterari sono raccolti, tra gli altri, in Myth, Literature and the African World (1975).
Le poesie di Soyinka, che mostrano uno stretto legame con le sue opere teatrali, sono raccolte in Idanre, e Other Poems (1967), Poems from Prison (1969), A Shuttle in the Crypt (1972) il lungo poema Ogun Abibiman (1976) e Mandela’s Earth e altre poesie (1988).
chi in un’ampia prospettiva culturale e con sfumature poetiche modella il dramma dell’esistenza.