(di Elisabetta Stefanelli) – ROMA, 05 MAG – VLADIMIR MAJAKOVSKIJ, ‘POESIE D’AMORE 1913-1930’ (Einaudi, pag. 169, euro, 14.50).
Non c’è niente di più rivoluzionario di un poeta rivoluzionario innamorato. Per questo sono straordinarie le liriche raccolte nelle ”Poesia d’amore” di Vladimir Majakovskij, che vede per la prima volta in un unico volume la produzione dal 1913 al 1930 sul tema dell’amore, che in questo caso non può che essere furore. Paola Ferretti, che ha curato l’opera, spiega che ”il furore del Majakovskij poeta d’amore non è scorporabile da quello del Majakovskij poeta della rivoluzione”.
Qui l’onomatopea è incalzante in versi frammentati che dal fragore delle armi passano a quello del battito impazzito del cuore con eguale efficace emotiva. ”Donne che la mia carne amate, e quella/ ragazza che a me come un fratello guarda -/ lanciatemi sorrisi: io, il poeta, li cucirò/ a mo’ di fiori sulla mia casacca di fatuo!”.
In realtà il plurale non gli appartiene, almeno in ambito amoroso, dove la sua storia si dipana intorno ad una sola figura, quella di Lili Brik, o meglio Lili Kagan che visse dal 1891 a 1978. ”Al centro indiscusso dell’ispirazione di Majakovskij poeta d’amore – scrive ancora Paola Ferretti – si colloca il lungo interludio monopolizzato da Lili. A questa donna capricciosa e audace, dalla briosa vita sentimentale, che dal 1912 era diventata la moglie di Osip Brik il poeta consacra il meglio della sua produzione in versi dal 1915, anno fatidico della loro conoscenza, fino agli ultimi suoi giorni”.
”Non mi lancerò dalla tromba delle scale,/nè prenderò il veleno/ nè premerò il grilletto sulla tempia./ Su di me/ all’infuori del tuo sguardo,/la lama di nessun coltello ha potere”, scrive il poeta che nella lettera con cui darà l’addio alla vita non a caso scriverà che Lili è la sua famiglia. ”Avendomi depredato il cuore,/ che di ogni cosa adesso è privo,/ avendomi straziato l’anima, nel mio delirio,/ accetta questo dono, cara / non comporrò più niente, di sicuro”, minaccia. Ma il silenzio non gli appartiene e nei suoi versi spezzati, a volte infranti contro il muro del tempo che corre, affastella istanti di passione e vita vissuta che hanno sempre la lucidità di un atto politico. I versi amorosi di Majakovskij sono versi politici, a partire semplicemente dal suo impegno nella vita come nell’arte. ”Nè litigi ne verste/ dilavano Amore./ Che è ponderato,/ collaudato/che è certificato./Solenne, il verso dalle dita-righe sollevo,/e giuro – che ti amo,/ devotamente, inalterabilmente”. .