“Credo che si parli in modo improprio delle questioni di governance del Salone del Libro.
Comprendo i meccanismi della comunicazione politico-istituzionale e la naturale ‘voglia’ di discutere di possibili ingerenze o contrapposizioni, ma non è questo il caso.
Il Salone del Libro, pur rappresentando un’evidente missione pubblica, è al momento di proprietà privata”. Lo afferma Silvio Viale, presidente dell’Associazione Torino, la Città del Libro, a proposito di eventuali cambiamenti nella governance del Salone. A riproporre la questione è stato Giulio Biino che, confermato per un anno presidente della Fondazione Circolo dei Lettori, ha detto che lavorerà per portare il ministero della Cultura al Salone.
“Io sono al mio posto, l’amministratore delegato Piero Crocenzi è al suo posto – spiega Viale – così come la direttrice Annalena Benini che ha un contratto 3+3 con l’associazione che rappresento. Questo contratto si rinnoverà automaticamente al termine di questa edizione e ne siamo molto felici. Le circostanze ci hanno portato ad acquistare il marchio del Salone e il suo compendio, a seguito della messa in liquidazione della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, decisa dagli enti pubblici. Ritengo che, dal febbraio 2019, nonostante le difficoltà legate al periodo pandemico, e anche grazie alla collaborazione con le istituzioni territoriali e le fondazioni bancarie, si sia riusciti a portare avanti un piano industriale che ha restituito al Salone il ruolo di uno dei più importanti eventi di promozione del libro e della lettura a livello europeo. Se si desidera modificare la logica di governance del Salone, lo si può fare solo a partire dalla manifestazione di una eventuale volontà di riacquisto che rappresenterebbe un importante riconoscimento del lavoro che abbiamo svolto. Ma non ci risulta che sia all’ordine del giorno. E, nel caso, qualunque proposta sarebbe sottoposta alle valutazioni dei nostri azionisti”. Viale aggiunge che incontrerà il notaio Biino appena possibile “per capire quali sono le intenzioni ed eventualmente riportarle agli azionisti”.