Scopri tutte le recensioni ai libri scritte dai lettori della community Babelezon.

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  • Il supplizio del legno di sandalo
     5 su 5

    Si astengano dalla lettura i deboli di stomaco, i buonisti, i sostenitori del "volemose bene", gli animalisti convinti, i nazi-vegani e gli intolleranti ai soprusi. Il supplizio del legno di sandalo è un romanzo crudo, violento, doloroso. L'autore descrive abilmente e con grande realismo, la cina imperiale del 1900, e lo fa raccontando episodi fortemente disturbanti. Per tutti gli altri, una lettura da non perdere. Un romanzo di finzione che è anche romanzo storico, un romanzo epico dall'intensità straziante. Consigliatissimo!

  • L'anno che a Roma fu due volte Natale
     1 su 5

    Non ci siamo, non ci siamo. Un testo che è un'accozzaglia di cultura de la mejo sinistra; si comincia con "l'anno de" - il rating BBB+, il naufragio di una Costa Crociere, i marò..., per parlare poi di pipì, cacca, scoregge e canne come nei peggiori cinepanettoni all'italiana, con citazioni qua e là della tv spazzatura italiana, il tutto condito dal "burinismo" romanaccio. Sembrano le storie che raccontano certi youtuber sui quartieri popolari di Roma. Ovviamente i protagonisti sono degli sfigati che oltre a drogarsi, hanno tare genetiche insormontabili e sono incapaci di andare oltre le caricature che sono. Lo stile perlomeno è scorrevole, non piacevolissimo, terribile l'uso di certi diminutivi (il "caffettino"...), insensato l'inserimento di termini inglesi perfettamente traducibili o trasformati in neologismi italiani; la descrizione estremamente tecnica, in particolare dei processi fisiologici (come "lo sfintere esofageo inferiore si rilassò"), per cercare l'effetto grottesco e comico ottiene l'effetto opposto.

  • Cara pace
     1 su 5

    E' un romanzo di una banalità e di una noia disarmante, che soltanto a tratti risveglia l'attenzione del lettore (per i motivi sbagliati). Tutto qui è radical chic, e tutto perfetto. L'incontro tra i genitori è perfetto, Gloria la madre è perfetta, è una supermodella superbellissima dagli occhi verdi... poi c'è il parto, giusto Maddalena detta Maddie rompe un pochino i cabbasisi perché mette il gomito di traverso, ma Gloria produce latte in quantità, non c'è problema. Nina invece arriva più in fretta, e la madre ha meno latte (quando capirò questo simbolismo lo scriverò). Ovviamente le figlie sono superperfette ma con dei superdifetti, come si confà a ogni famiglia radical chic il cui padre si compra le Jaguar come gli operai i monopattini, e poi sniffa la polverina buona che arriva, non può essere diversamente, da Milano. La banalità della differenza tra le due sorelle sta nel fatto che Maddie è quella per la quale il narratore ci deve spiegare pure come si infila in bocca il Ventolin per l'asma, ma lei è superperfetta, supersecchiona, la supermenobelladell'altra che lei mica si innamora del primo stronzo che capita, deve essere superperfetto. Maddie è quella che a lei gli esercizi piacciono col tappetino sotto l'albero di pesco in fiore che fa sempre radical zen. Nina è invece superfiga, una superbellezza superperfetta, ma è anche un'atleta superveloce che Usain Bolt scansati. I cliché continuano narrando la storia di due sorelle in una famiglia il cui problema più grande è riuscire a far stare nel garage la Jaguar, tra la Porsche e la Lamborghini, nel mezzo una separazione tra ricchi e una Maddie che deve subire il carattere di Nina, diverse anche negli amanti; la prima una fortezza emotiva che crolla solo quando trova l'amante perfetto, Pierre, perfetto anche nello sviluppare la pancetta, il perfetto burocrate che fa il lavoro perfetto per il suo carattere perfetto e il suo modo di condurre una vita moralmente irreprensibile (tant'è che con la Maddie ha creato la famiglia del Mulino Bianco) - e potrebbe anche riscrivere il Kamasutra. E Nina, che si lascia andare col primo che passa. E infine l'ultimo atto di ribellione di Maddie, con Tommaso detto Tommy, il quale nella visione radical chic è l'amante non ricco, quello che studia architettura ma che non riesce ancora a distinguere il solaio di copertura da una fondazione, che sui libri non ci sa stare, sa suonare il pianoforte (ma un pochino però...), perché se quel giorno stava in biblioteca e non a sembrare figo al parco a chiedere perché Maddie non era al lavoro come tuttə, allora non s'incontravano.

  • Giovanissimi
     5 su 5

    "[...] provai pena per Lunno. Perché mi sembrò che passasse il tempo sforzandosi di apparire sempre forte e duro. Non mi piaceva questa cosa ed io non volevo essere così. C’avevo provato e avevo capito che non ero così e che invece volevo solo amare ed essere felice e volevo che tutti se ne accorgessero."Sono sempre molto attratto dai romanzi di formazione perché tutti almeno un po' parlano di noi, delle nostre scelte, dei nostri errori, delle nostre aspirazioni. E spesso si trovano a raccontarci di vicende che sarebbero potute essere le nostre se avessimo preso l'altra strada. Purtroppo alcuni di questi romanzi cadono nel banale, nel già sentito, nello stereotipo del ragazzo o della ragazza difficile, che odia i genitori e la scuola, che non ama o non è amato/a, che è o si sente brutto/a. Il romanzo di Alessio Forgione per fortuna non è così. La vicenda è ambientata a Napoli, non la città scontata e ritrita di Gomorra né quella noiosissima della pizza e dei babà; è una Napoli di un quartiere qualunque, dove un ragazzo (Marocco) gioca a calcio, sognando di vestire la maglia del Napoli ogni volta che passa vicino allo stadio, e va a scuola e ha un padre presente e una madre fuggita a Bologna. Non è un adolescente che si piange addosso, anzi ha obiettivi e accetta con spirito costruttivo le difficoltà; anche se per alcuni momenti sembra cadere nell'oblio e nell'apatia, non smette mai di tenere viva la luce della ragione per cercare una via d'uscita; anche quando prova l'ebbrezza dello spaccio e dei soldi, non li trasforma mai nel suo unico obiettivo di vita. E in sostanza le difficoltà che Marocco affronta sono veramente un banco di prova da cui uscire cambiato ma soprattutto felice, perché conscio di avere costruito una vita migliore della precedente, piena, consapevole e ricca di nuove opportunità, anche se ogni tanto arriva uno stop alla possibilità di realizzare i nostri desideri. Alessio Forgione non è caduto nemmeno nella trappola di napoletanizzare la scrittura, infarcendola di termini dialettali per esaltare la città in modo artificioso. L'anafora dell'"io penso" e le ripetizioni e la sintassi prevalentemente paratattica trasportano il lettore nella testa del protagonista, senza però banalizzare il pensato e la visione del mondo. Un'ottima lettura, un'ottima scoperta.

  • Leggere Lolita a Teheran
     4 su 5

    Tramite il racconto di un seminario clandestino di letteratura americana, la protagonista Azar Nafisi, racconta uno spaccato della storia del suo paese, l'Iran. Dalla rivoluzione alla guerra con l'Iraq. Mi ha molto colpito la sensibilità con cui l'autrice tratta la questione femminile, le costrizioni, gli abusi e le violenze che le donne subiscono (dall'obbligo di indossare il velo, ai matrimoni combinati tra bambine e uomini, anche vecchi e molto altro ancora)

  • Il miglio verde
     5 su 5

    Stephen King è un autore straordinario e se tornasse ai fasti di quel tempo in cui scrisse questo capolavoro che è "Il miglio verde", avrebbe tante altre perle meravigliose da regalarci. "Il miglio verde" (che ha avuto un adattamento cinematografico di assoluto successo con Tom Hanks come protagonista) è stato per lo scrittore una specie di esperimento letterario, un tentativo di ritorno all'epoca dickensiana, in cui le storie venivano pubblicate spesso e volentieri sulle riviste, a puntate. Beh, non so dirvi quanto l'esperimento sia andato a buon fine sotto l'aspetto delle vendite, ma il tomo che ne è stato generato è un vero e proprio capolavoro. Scorrevole, profondo e avvincente anche se, ahinoi, profondamente triste. Inadatto ai cuori deboli, ma assolutamente da leggere per chi avrà la forza di reggere le sfaccettature di cruda realtà che ci pone davanti. "Il miglio verde" per il lettore è un vero e proprio viaggio tra le menti dei protagonisti, un pentolone di riflessioni ed emozioni così intense da lasciare scossi e a bocca aperta. Riflessioni sulla vita, sulla morte, sul pentimento, la colpa. Quando tra il lettore e i personaggi si creano legami profondi come tra queste pagine, è difficile che queste non nascondano un libro meraviglioso. Ho sempre avuto un debole per le storie che regalano emozioni intense, positive o negative che siano, ma credo che sia così un po' per tutti i lettori. E allora, cosa state aspettando per leggere uno dei più grandi capolavori del Re?

  • La rinnegata
     2 su 5

    Libro ben scritto. A mio parere la storia poteva essere approfondita un po' di più. Non mi ha appassionato, finale a parte.

  • Stoner
     5 su 5

    "La Verità, il Bene, il Bello. Sono appena dietro l'angolo, nel corridoio accanto; sono nel prossimo libro, quello che non hai ancora letto, o sullo scaffale più in alto, dove non sei ancora arrivato. Ma un giorno ci arriverai. E quando succederà... quando succederà.."..ecco mi è successo. Stoner mi aspettava da mesi e finalmente l'ho letto! Sono ancora stordito ed emozionato. Mi sono immerso nella vita silenziosa e straziante del professore, ho goduto della scrittura magistrale di Williams. Grato di questo piccolo gioiello 🙂

  • L'ottava vita (per Brilka)
     5 su 5

    Credo non ci siano parole per descrivere la bellezza di questo libro. Una scrittura magistrale che intreccia finzione alla storia del ventesimo secolo. Un capolavoro di vita, onore, senso del dovere, famiglia, paura, rimpianto e perdita che tiene incollati alle pagine. Meraviglioso e indimenticabile.

  • Il treno dei bambini
     4 su 5

    Cosa vuol dire per un bambino di Napoli di sette anni lasciare la mamma e andare, solo, al Nord, per stare mesi con una famiglia di sconosciuti? Nel 1947 significa cose molto diverse da quelle che potremmo immaginare oggi. Significa fare enormi sacrifici emotivi per sopravvivere e sperare in un futuro migliore. Significa sapere tacitamente che i bambini del dopoguerra a sette anni sono pronti, se non a tutto, a molto. E significa fare i conti con la possibilità che il proprio figlio non torni più. Questa è la storia di Amerigo Speranza, uno dei piccoli del “treno dei bambini” che portava le creature di famiglie disagiate del Sud “sú al Nord” ospiti di altre famiglie, che potevano almeno dar loro cose basilari come scarpe e istruzione. È una storia di amore materno in tutte le sue forme, silente soprattutto, ed è la storia di un bambino e il suo sguardo limpido su una vicenda così delicata.

  • Tutte le ragazze con una certa cultura hanno almeno un poster di un quadro di Schiele appeso in camera
     4 su 5

    Divertente, colto, mantiene la promessa del titolo. Una stella in più per l'esordio ma una in meno perché non è un romanzo dell'Antropocene.

  • 4 3 2 1
     5 su 5

    “Ferguson non aveva ancora cinque anni ma già capiva che il mondo era composto da due regni, il visibile e l'invisibile, e che spesso le cose invisibili erano più vere di quelle visibili. “Quattro vite possibili del giovane Ferguson si intrecciano in questo sontuoso romanzo. Cambiano gli scenari possibili ma la sensibilità del protagonista è una costante.