(di Mauretta Capuano) – ROMA, 16 GIU – JAVIER CASTILLO, IL GIOCO DELL’ANIMA (SALANI, PP384, EURO 19,90). Torna Miren Triggs, la giovane giornalista investigativa creata dallo scrittore bestseller Javier Castillo e questa volta viene trascinata in un gioco fatale tra fanatismo religioso, inganni e un gruppo di adolescenti annoiati. Nel nuovo thriller Il gioco dell’anima, in libreria per Salani, una ragazza di 15 anni viene trovata crocifissa in un quartiere di periferia a New York, nel 2011.
Miren riceve poco dopo una strana busta con dentro la polaroid di un’adolescente imbavagliata con la scritta Gina Pebbles, 2022 e sulla busta l’inquietante invito Vuoi giocare? La giornalista investigativa lo accetta e si immerge nell’indagine aiutata dal suo ex professore di giornalismo Schmoer.
Le cose si complicano rispetto al primo romanzo La ragazza di neve, diventato una serie Netflix di successo, in cui l’indagine era concentrata sulla scomparsa di una bambina. “Nel primo libro Miren si era sentita completamente attratta dal sentimento e dalla necessità di cercare una bambina che si era persa perché le ricordava il suo essersi persa. Ne Il gioco dell’anima la giornalista è obbligata a confrontarsi con questo nuovo caso quando riceve la busta con la fotografia ed è spinta a giocare un gioco che metterà in pericolo la sua vita” dice all’ANSA Castillo che è cresciuto a Malaga e con i suoi romanzi ha venduto oltre un milione e 300mila copie.
Ma c’è un legame tra i due romanzi? “Il personaggio di Mirren ha le stesse ferite nel primo e nel secondo libro ma le affronta in modo diverso. Ne Il gioco dell’anima è più matura e ha una situazione professionale diversa. Nel primo romanzo il mistero si protrae per molti anni, invece ora ci troviamo difronte a una storia che viene risolta nel giro di tre giorni. Abbiamo un mistero più denso, più fosco, più enigmatico rispetto al primo romanzo”.
Quanti volumi avrà questa serie con protagonista Miren? “Tre e il terzo spero possa vedere la luce il prossimo anno. Miren è un personaggio forte che in realtà potrebbe fornire materiale per quindici o venti libri, ma ormai ho costruito la sua struttura emotiva. Il terzo, che sto scrivendo, penso che sarà il più spettacolare ed esplosivo. Riguarderà il mistero della scomparsa del figlio di Ben Miller, il poliziotto dell’Fbi” annuncia Castillo.
Ma cosa lo ha ispirato nel creare questa figura di giovane giornalista investigativa che diventa una vera e propria detective? “Per me Mirren doveva incarnare la critica a un certo tipo di giornalismo segnato da un grande sensazionalismo e dall’utilizzo della stampa come auto parlante propagandistico della politica. Ma poiché Miren è piena di ferite comincia a superare alcuni confini, alcune linee rosse del giornalismo, facendo a volte scelte discutibili e per questo ritroviamo questa sensazione di bisogno di un risarcimento nella sua ricerca della verità”.
Si è ispirato alla cronaca per questo caso? “La fonte di ispirazione sono tanti casi reali. La storia è frutto della mia fantasia. Ne Il gioco dell’anima ho parlato del dolore che porta lo sfruttamento del fanatismo religioso” dice lo scrittore che da supervisore è diventato consulente delle sceneggiature e della trama della serie Netflix.
Ci sono adolescenti e giovani nei suoi libri, cosa pensa dei ragazzi e delle ragazze di oggi? “Sono ottimista che le nuove generazioni troveranno delle soluzioni a quello che stiamo lasciando loro in eredità. I giovani sono preoccupati per tematiche che noi adulti non siamo stati in grado di risolvere, dalla a guerra alle conseguenze del cambiamento climatico”.
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