(dell’inviata Mauretta Capuano) Sono “verità amare da masticare” quelle che Antonio Scurati racconta nel quarto capitolo, M. L’ora del destino (Bompiani), della saga bestseller che ha dedicato a Mussolini, presentato nel giorno d’uscita, il 16 ottobre, alla Buchmesse di Francoforte con l’Italia Ospite d’Onore.
Il libro si apre nel 1940 e narra “le sciagurate decisioni di Benito Mussolini che trascinarono l’Italia, un nazione totalmente impreparata e un popolo riluttante, nel mattatoio della Seconda guerra mondiale dal lato sbagliato della storia” spiega lo scrittore che aveva subito declinato l’invito a far parte della delegazione ufficiale italiana di Italia Ospite d’Onore ma come molti autori, a partire da Saviano, è a Francoforte per gli appuntamenti paralleli organizzati dal Pen Club di Berlino e dagli editori tedeschi.
Protagonista questa mattina con Paolo Giordano e Francesca Melandri di uno di questi appuntamenti e nel pomeriggio applaudito allo stand del suo editore italiano, Scurati ha annunciato anche l’uscita del quinto volume della saga nel 2025.
“Spero di essere in grado insieme a Bompiani di pubblicare il quinto volume l’anno prossimo in una data molto importante, il 25 aprile, perché è il giorno in cui in Italia si celebra la Liberazione dal nazifascismo” ha detto.
Scurati è tornato anche sulle polemiche che lo hanno coinvolto e non ha risparmiato critiche a partire dal motto della Fiera ‘Radici nel futuro’.
“Mi pare chiaro che ‘Radici nel futuro’ evoca un tentativo di riscrittura della nostra storia basato non sulla verità storica, sull’oggettività che consente una coscienza condivisibile, una coscienza civile, ma basato su una memoria di parte. Una memoria faziosa, identitaria, partigiana, polemica che cerca nemici” dice lo scrittore che parla di “questo tentativo di riscrivere la storia” come di “una negazione della storia che è parte integrante del programma politico dell’estrema destra in Italia come nel resto d’Europa”.
Quanto alla libertà del dissenso di cui ha parlato all’inaugurazione il ministro della Cultura Alessandro Giuli: “penso che la compagine governativa di cui il ministro è entrato a fare parte, da due anni a questa parte abbia dimostrato una intolleranza antidemocratica nei confronti della critica culturale e politica. Questa compagine governativa ha dimostrato un’aggressività illiberale nei confronti di intellettuali, artisti e uomini di cultura che vorrebbe allineati alle sue posizioni, che si è spinta fino all’aggressione verbale personale e ripetuta nei miei confronti e nei confronti di altri, alla censura, alle querele, all’occupazione sistematica delle istituzioni culturali sulla base di una logica familista, cioè di famiglia politica e a volte anche biologica di appartenenza”.
Preoccupato per l’Europa ha anche spiegato che lo spostamento verso l’estrema destra in Germania “sta a dimostrare che questa questione che dibattiamo qui non è una questione italiana. È una questione europea ed è in quell’ottica che noi dobbiamo vederla”. “A noi italiani è sempre stato rimproverato di non aver fatto i conti fino in fondo con il fascismo e io per primo lo ho sostenuto e ho sostenuto che questo progetto letterario faceva parte di un tentativo di far maturare una piena coscienza nazionale di cosa è stato il fascismo a partire dal presupposto che noi siamo stati fascisti. È questa secondo me la rivoluzione di prospettiva” sottolinea Scurati.
Migliaia le mail e lettere che riceve da centinaia di migliaia di lettori “forse, milioni – dice – che esprimono la loro gratitudine per questi libri. Non è un segreto che nel mio paese questi volumi mi hanno portato a un conflitto con il potere politico. Voglio essere molto chiaro questa è la ragione. Non sono un politico, un attivista, non uso i social media, scrivo solo libri, li leggo e li studio”.