SALVATORE SAVASTA, IL MOSTRO SOTTO IL LETTO (GIRALDI EDITORE, 115 pagine, 15,50 euro) Avere una figlia di 8 anni con una malattia rara, la Sindrome di Helsmoortel-Van der Aa, o Adnp, di cui soffrono 400 persone nel mondo, di cui venti in Italia, soprattutto bambini e adolescenti. Non sapere che evoluzione, sviluppo fisico e cognitivo, futuro avrà, perché le diagnosi sono recenti e non c’è letteratura medica, la ricerca è agli esordi, i numeri sono troppo bassi per investire. E nonostante tutto, rimanere una famiglia, una coppia.
È ‘Il mostro sotto il letto’ (Giraldi Editore), di Salvatore Savasta, poco più di 120 pagine in cui l’autore, con l’escamotage della lettera alla moglie Alessia, scava dentro il rapporto per ricordare come, nonostante il sogno della genitorialità abbia preso la forma delle paure infantili, quindi del mostro sotto il letto, si possa rimanere una coppia. Ma per darsi forza, torna all’inizio di quell’amore, nato nei quartieri popolari di Palermo, allo Zen, dove ci si sentiva abusivi persino nell’esistere. Salvatore e Alessia hanno fatto il salto, ‘sistemarsi, ‘sognare la famiglia’, per poi calare nel precipizio della malattia e trasferirsi al Nord, a Pordenone, per far curare la figlia all’Irccs Materno Infantile Burlo Garofalo di Trieste e ricominciare daccapo, in una vita fatta di visite ospedaliere, esami strumentali, logopedia. Con Zaira che soffre, che sembra urlare ai compagni di classe ‘aspettatemi, arrivo anche io’, e quell’assenza di soluzioni che toglie il respiro. Cosa c’è di peggio del senso di impotenza di fronte a una bambina che desidera essere come i coetanei, di fronte all’annullamento delle proprie ambizioni, di fronte alla mancanza totale di sonno, di rapporti lasciati al Sud? Ecco allora che la coppia ‘imperfetta’ diventa ‘luogo’ di sostegno, di riconoscimento, di difesa. Perché alla fine, nonostante tutto, quando il mostro si rivela, quando impari a conoscerlo, a dargli un nome, puoi scoprire che quella che stai vivendo è l’unica vita che oggi vorresti.