(di Tullio Giannotti)
– PARIGI, 23 APR – “I francesi ci amano, ci ammirano.
E un po’ ci invidiano”: Stefano Montefiori, in un un libro
appena pubblicato in francese (edizioni Stock) e protagonista al
Salone del Libro di Parigi, si appassiona e si diverte insieme
al lettore ad affrontare quel rompicapo che sono le relazioni
fra gli eterni “cugini” Italia e Francia. Ed il titolo di questo
viaggio fra malintesi e false convinzioni, tra passione e
tradimenti, non poteva che essere “Rendez-nous la Joconde!”,
ridateci la Gioconda!.
Questa sensazione di numerosi italiani di “essere vittime di
un’ingiustizia della Storia”, di non godere dei frutti del
proprio genio nazionale, si traduce in un “complesso del cugino
meno ricco che non sopporta di assistere allo spettacolo dello
scroccone che ne approfitta”, scrive Montefiori. Logicamente
ricordando che il quadro più celebre del mondo è esposto al
Louvre “non perché parte del bottino di guerra di Napoleone ma
perché Leonardo da Vinci lo donò al re di Francia, Francesco I,
all’inizio del XVI secolo in cambio di una rendita di 700 scudi
d’oro all’anno”.
Cinquantacinque anni, da 13 a Parigi come corrispondente de Il
Corriere della Sera, Montefiori racconta l’amore/odio fra i suoi
due paesi ripercorrendo anche la strada che lo ha condotto dalle
sue origini, a La Spezia, alla capitale francese, prima da
studente “Erasmus”, poi da giornalista. Imbattendosi ogni giorno
in convinzioni radicate e strani automatismi che sia in Italia
sia in Francia hanno contribuito alla costruzione di un rapporto
tanto unico quanto controverso. Dalla testata di Zidane a
Materazzi al cappuccino che a Parigi nessuno sa fare come in
Italia, dai francesi arroganti che “si incazzano” come canta
Paolo Conte alla grande incomprensione con la fuga di Cesare
Battisti e il caso degli ex-Br, Stefano Montefiori racconta come
ha scoperto e vissuto tutto questo nella vita di ogni giorno:
“ho dovuto fare un po’ l’inverso del compito del giornalista,
che è quello di cercare di raccontare fatti confermati e
verificati – spiega mentre firma dediche nel Padiglione italiano
del Salone del Libro – invece qui mi baso fondamentalmente sulle
mie impressioni. E’ quello che penso di aver capito
dell’atteggiamento dei francesi nei confronti degli italiani”.
Italiani e francesi – è la convinzione che l’autore ha maturato
– “si capiscono e si vogliono bene, ma c’è una rivalità fra i
due popoli che è sentita soprattutto dagli italiani. Vivendo qui
da qualche anno, l’atteggiamento dei francesi nei confronti
degli italiani è più di affetto, di ammirazione, di benevola
invidia. Sentimenti totalmente insospettati in Italia. Noi
italiani, me compreso all’inizio, tendiamo a pensare ai francesi
come qualcuno che ci guarda un po’ dall’alto in basso. E’ un
pregiudizio radicato”.
Anche da parte francese, le incomprensioni non mancano.
Montefiori ricorda un tema al quale si è a lungo dedicato anche
da giornalista e che ne è la dimostrazione: “è l’atteggiamento
che i francesi hanno avuto in questi decenni nei confronti dei
rifugiati italiani che vivevano a Parigi – spiega – sono stati
avvolti da un sentimento un po’ romantico che contraddice la
realtà dei fatti. A volte ho avuto l’impressione che l’amore,
l’ammirazione dei francesi abbia coinvolto anche situazioni che
non lo meritavano”. .