È Pietro Castellitto ad aggiudicarsi il Premio Opera Prima alla 93esima edizione del Premio Viareggio-Rèpaci con il libro “Gli Iperborei”, edito da Bompiani. La Giuria, presieduta da Paolo Mieli, ha riconosciuto nel romanzo d’esordio una capacità narrativa del tutto personale e una lucidità critica con cui osserva e descrive lo stile di vita e i codici di pensiero e comportamento dei suoi coetanei, rampolli di una società fatta di soldi, droghe, ipocrisia nella quale si sentono intrappolati e dalla quale tentano la fuga in estate, portando con sé l’Anticristo di Nietzsche sentendosi così degli Iperborei.
Pietro Castellitto riceverà il riconoscimento nel corso della serata finale del Viareggio-Rèpaci che si terrà domenica 31 luglio 2022 in piazza Maria Luisa sul palco posto a ridosso del Grand Hotel Principe di Piemonte a Viareggio. Nelle prossime settimane verranno annunciati i vincitori del premio speciale per il giornalismo e del premio internazionale.
Sono stati il leone, la balena, il cerbiatto, protagonisti di una recita di fine anno nella quale il canguro era scomparso e i suoi amici dovevano ritrovarlo. Adesso hanno quasi trent’anni e vagano nei meandri di una vita dorata: mangiano pesce crudo e patanegra, bevono vini pregiati, fumano essenze, assumono droghe come da bambini consumavano caramelle, navigano, festeggiano, inseguono le arti, tentano la politica. Hanno corpi scolpiti e vestiti costosi, sono figli di primari e giornalisti celebri, di miliardari dai patrimoni solidi e antichi o recenti e sospetti, ma sono anche gli eredi dei ribelli che hanno caratterizzato stagioni gloriose e disperate della storia: coloro che, prosperando nella pace, hanno invocato la guerra, che amando i genitori ne hanno patito le ipocrisie, smascherato le contraddizioni e sognato l’annientamento. Poldo Biancheri, Ciccio Tapia, Guenda Pech, Stella Marraffa, Aldo: hanno tutto ma si sentono in trappola, e questa è la loro estate, quella in cui vogliono uscire dal cerchio. È Poldo la voce narrante della loro ebbrezza, della loro sfida: racconta come se vedesse tutto già da una distanza, registrando ogni cosa con fermezza ma senza nascondere la nostalgia per un’infanzia ancora vicina, la rabbia verso padri che si sono presi tutto non lasciando che briciole, la tenerezza per i fratelli e i coetanei capaci di farsi del male per protesta o per amore. Poldo ha portato in barca con sé L’anticristo, in cui Nietzsche sembra parlare di loro: Guardiamoci in viso: noi siamo Iperborei… Abbiamo trovato l’uscita per interi millenni di labirinto. Oltre il nord, oltre il ghiaccio e la morte: la nostra vita, la nostra felicità…