Come si spiega l’odio nel mondo? Rispondendo riportiamo a galla ciò che pensavamo di aver superato: La banalità del male, argomento di cui parla Hannah Arendt.
La guerra in Ucraina riporta a galla ciò che pensavamo di aver lasciato indietro dopo la Seconda guerra mondiale: l’insensatezza del male. Non possiamo rimanere indifferenti e fare finta che la situazione non ci riguardi, che “noi non lo faremmo mai”. Dal fenomeno degli hater sui social all’odio ai conflitti in Ucraina e ancor prima in Afghanistan: tutto ciò è la riprova che Hannah Arendt aveva ragione quando parlava di banalità del male.
A distanza di 15 anni dal processo di Norimberga, nel 1961 un anonimo tedesco fu catturato in Argentina. Si trattava di Adolf Eichmann, uno degli organizzatori delle deportazioni, che fu processato in Israele nel 1961, attirando i media di tutto il mondo. Tra i molti osservatori del processo c’era la filosofa Hannah Arendt, che voleva capire come un uomo avesse potuto prendere parte agli orrori dell’Olocausto.
Eichmann aveva costretto migliaia di ebrei a fuggire dai paesi occupati. Li aveva privati dei loro beni e aveva organizzato i convogli che deportavano gli ebrei verso i campi di concentramento. Dalla testimonianza di Eichmann al processo, tuttavia, non emerse il profilo di un uomo crudele e sanguinario. Agli occhi di Hannah Arendt, Eichmann si rivelava banalmente per quello che era: un mediocre burocrate, che nella questione ebraica aveva visto un’occasione per fare carriera. Egli non accettava di essere considerato colpevole “nel senso indicato dall’accusa”, perché non aveva mai ucciso nessuno. Era stato semplicemente un cittadino ligio agli ordini: un uomo “normale” nella Germania nazista.
Le azioni criminali di Eichmann e degli altri gerarchi erano di uomini normali, Eichmann era un uomo normale. La banalità del male si trovava nell’incapacità di rendersi conto di quello che si stava compiendo. Eichmann era talmente asservito a quella che per lui era normalità da non essere capace di pensare cosa stesse facendo, quali fossero le sue azioni e le conseguenze da esse derivate.