NATHANIA ZEVI, IL NEMICO IDEALE (RAI LIBRI, PP. 208, 19 EURO) L’antisemitismo torna dolorosamente un’emergenza globale con tutti i suoi carichi di pregiudizio, odio ed anche di paura. Ma dopo il 7 ottobre la domanda su cui l’autrice invita a riflettere è ancora più pressante: l’antisemitismo è stato mai veramente superato? O è rimasto latente per anni per poi esplodere, in qualsiasi angolo del Pianeta, in maniera violenta e devastante? Perché questo “virus” è sempre in agguato? E chi, se non ebreo, se ne può dire veramente immune? Ideato ed avviato ben prima del 7 ottobre, il libro di Nathania Zevi, giornalista al Tg1, una laurea in Filosofia e un master in giornalismo alla Columbia University di New York, e un libro alle spalle scritto con la nonna, Tullia Zevi (Ti racconto la mia storia, pubblicato nel 2007 da Rizzoli), prova a rispondere a questi quesiti partendo proprio dai fatti drammatici dell’attualità.
Quella del sentimento antisemita è una storia antica che, nel tempo, ha subito delle evoluzioni, prendendo forme nuove e subdole. Stereotipi del passato, difficilissimi da sradicare, trovano oggi canali di amplificazione sempre più potenti.
L’antisemitismo vive e si manifesta nella società reale e sul web, nei luoghi di lavoro come nella scuola e allo stadio. “Mai come ora – scrive l’autrice – la piena conoscenza del fenomeno rappresenta un punto di partenza necessario per scandagliare le origini di una questione quanto mai attuale”.
La sua speranza, ha detto in occasione della presentazione del libro, è che almeno le sue riflessioni possano servire a mettere la parola fine alle banalizzazioni degli ultimi mesi, a quei troppi, dice, “proprio voi” o ai cerchiobottismi dei “sì, però..”. Perché il virus del pregiudizio corre di pari passo a quello del terrorismo. “Sono cresciuta con un insegnamento: spesso le cose che iniziano in Israele, non sono solo che l’inizio…”.