“Il brutto delle guerre mondiali è che ci si mette del tempo prima di capire che sono tali”. A parlare è il giornalista Paolo Mieli, intervenuto oggi nel corso della prima giornata di Sorrento d’autore, la rassegna culturale curata da Valentina Fontana e Gianluigi Nuzzi e organizzata da VisFactor, società specializzata.
“Rispetto alla situazione attuale – ha proseguito Mieli – il pericolo maggiore che intravedo è quello di non percepire quanto queste due guerre che vediamo in Ucraina e Medio Oriente, poi ce ne sono altre invisibili come quella in Sudan per fare un esempio, siano collegate tra loro e quanto una nuova guerra mondiale sia già in atto”.
“Ci fu tutto un periodo molto lungo alla vigilia della seconda guerra mondiale, anzi agli inizi della seconda guerra mondiale, in cui sembrava che fosse un conflitto per la Polonia, poi che fosse comunque una cosa limitata. Solo quando ci fu, nel dicembre del 1941, l’attacco a Pearl Harbor ci si rese conto che era mondiale, ma dal primo settembre 1939 al dicembre 1941 si pensò che si trattasse di conflitti locali, ai quali ognuno guardava pensando che fossero dall’altra parte del mondo o comunque in una zona limitata d’Europa”.