CARLO CALABRÒ, MECCANICA DI UN ADDIO (MARSILIO, PP. 224, EURO 16,00). Esordisce con un originale thriller ambientato nella giungla tropicale Carlo Calabrò, bioingegnere per formazione, sceneggiatore e attore per passione, che è nato a Palermo e vive con la moglie e i due figli a New York, dove lavora.
È Meccanica di un addio, ambientato nella foresta amazzonica, tra conflitti ambientali, inganni, dilemmi morali, e sviluppi imprevedibili, che sarà in libreria il 25 ottobre per Marsilio.
L’ingegner Florian Kaufmann, nato e cresciuto nella prevedibile tranquillità della Svizzera, si trova a fare i conti con spaesamenti, questioni ecologiche e palpiti del cuore. Una situazione dove l’animale più pericoloso dell’Amazzonia non è né il caimano, né il giaguaro. Kaufmann ha un problema soprattutto con gli esseri umani, in particolare con quelli del minuscolo villaggio brasiliano di Araxá do Oeste, dove il suo sogno d’impresa ecologica ed etica si sta rivelando un probabile fallimento. E proprio quando sembra che gli affari possano finalmente andare per il verso giusto, i suoi progetti vengono stravolti, costringendolo a barcamenarsi tra poliziotti incapaci, concorrenti senza scrupoli, zelanti assicuratori e una rete di criminali pronta ad assoldarlo. O forse a farlo fuori.
La ricerca della verità porterà Kaufmann a riconsiderare le sue scelte personali e professionali, obbligandolo a riesaminare i suoi principi morali e ad accettare i suoi limiti e le sue debolezze e infine a fare una scelta radicale e risolutiva.