(dell’inviata Mauretta Capuano) Racconta l’orrore del quotidiano attraverso il sovrannaturale, con un effetto più forte della realtà, la scrittrice argentina Mariana Enriquez. Regina del gotico contemporaneo, al Festivaletteratura di Mantova con ‘Un luogo soleggiato per gente ombrosa’ arrivato in libreria il 2 settembre per Marsilio, Enriquez in questa raccolta di dodici racconti rivela di ogni situazione il lato più sinistro, con protagoniste soprattutto donne visitate da fantasmi, trasformate in uccelli o ammazzate, in un’Argentina violenta e violentata.
“Il fantastico è più vicino a quello che non è cosciente, a quello che reprimiamo e non vogliamo vedere, a quello che non diciamo. A volte le cose che denuncio nelle mie storie sono quelle di cui non vogliamo parlare” dice all’ANSA Mariana Enriquez, per la prima volta a Mantova, arrivata dalla Tasmania dove si è trasferita a marzo con il marito. Il primo racconto del libro è ispirato dall’assassinio di un giovane in Argentina. “Era sfuggito ai sequestratori e ha cominciato a bussare a tutte le porte delle case del quartiere, ma nessuno gli ha aperto e lo hanno ammazzato. Per tutti i vicini che non hanno aperto la porta quel ragazzo è diventato un fantasma, lo sentono e non possono dimenticare di non averlo salvato. C’è una sorta di riscatto, di denuncia nel racconto, ma non con il rituale del realismo, con il terrore” spiega la scrittrice che è nata a Buenos Aires nel 1973. Originale, fuori dagli schemi, fra le più talentuose autrici della scena latinoamericana contemporanea, Enriquez scrive sempre ascoltando brani musicali che condivide con i lettori in una lista alla fine del libro. “Scrivo con la musica, mi metto gli auricolari ed entro in un luogo dove non penso. È un posto di ispirazione che tutti gli scrittori cercano e per trovarlo mi aiuta la musica. A volte i brani non corrispondono a quello che scrivo. Ascoltavo Taylor Swift mentre scrivevo Un artista locale che è un racconto orribile, che fa paura. In altri casi ascolto black metal come se fosse jazz che a me piace molto”. A ispirare la signora delle tenebre Enriquez può essere una cosa molto piccola, un dettaglio. Nel racconto ‘Diversi colori fatti di lacrime’ ci sono vestiti che nel momento in cui li indossi ti feriscono il corpo. “Sono presentati come qualcosa di ambiguo, di oppressivo, qualcosa che desideri molto e non puoi tenere o a volte non puoi avere. È un racconto sulla violenza contro le donne, ma volevo che nessuna morisse. Come scrittrice desideravo che questa violenza fosse simbolica, fantastica” racconta l’autrice de ‘I pericoli di fumare a letto’ con cui è stata finalista all’International Booker Prize. Cosa pensa della violenza sulle donne che non si ferma? “Mi interessa come questione, ma non voglio scrivere con i titoli dei giornali. C’è una letteratura che scrive in risposta a quello che succede nella società e io lo faccio se sento che c’è un interesse sincero, non per soddisfare il pubblico”.
Il racconto è la sua forma prediletta, in cui raggiunge le più alte vette, perché? “È la tradizione latinoamericana, in particolare argentina con autori come Borges, Cortazar, Silvina Ocampo. A me il racconto piace perché è una forma più immediata, concreta. Alcuni mi dicono che ogni mio racconto potrebbe essere un romanzo, ma ogni storia tiene la sua propria forma” afferma l’autrice che è anche giornalista musicale. Il suo stile è unico, ma Enriquez sostiene che ci sono molti autori oggi che raccontano l’orrore attraverso il fantastico. “Come l’ungherese Attila Veres che scrive del macro turismo in Europa attraverso il terrore. Quando sono stata a Venezia ho immaginato una guida turistica cattiva che conduce i turisti in una palazzo dove può succedere qualsiasi cosa. E poi i crimini che possono accadere durante il Carnevale, quando la gente è mascherata, non si vede la faccia. Sono racconti del terrore che parlano di temi sociali. Racconto di fantasmi perché voglio parlare di gente uccisa ingiustamente” sottolinea Enriquez che ora sta lavorando a un romanzo. “Il cinema e la musica sono più aperti a influenze e cambiamenti, la letteratura è più rigida perché è associata alla classe sociale, all’educazione e questo è un problema. Così – dice – si allontanano i lettori. La letteratura popolare per molti secoli è stata di qualità, adesso è più difficile che uno scrittore di buon livello letterario abbia lettori pop. Ci sono esempi come Elena Ferrante ma potrebbero essercene molti di più”. Mariana Enriquez come si considera? “Spero di essere una scrittrice letteraria e popolare, ma non è così facile”.