MARCO TRAVAGLIO, ‘UCRAINA, RUSSIA E NATO IN POCHE PAROLE’ (paperFIRST, pag. 248, euro 16,00).
”Essere nemici dell’America può essere pericolo, ma esserle amici è fatale”, sosteneva Henry Kissinger nella frase che Marco Travaglio ha scelto come epigrafe al suo nuovo libro, ‘Ucraina, Russia e Nato in poche parole’ che poi, necessariamente, tanto poche non possono essere. Il fatto è già che ”ci hanno raccontato che la guerra in Ucraina è iniziata il 24 febbraio 2022, invece dura da dieci anni”, così come tante altre premesse che questo libro cerca di scardinare mettendo in fila i tasselli che portano alla conclusione che questa guerra non è per niente una guerra tra Russia e Ucraina ma che ”è (anche) una guerra tra la Russia e la Nato”.
Con una sfilza ossessiva di ”ci hanno raccontato”, Travaglio mette in fila nei tre più tre capitoli di questo suo nuovo libro, i nodi di quella che giudica la narrazione falsa non solo di un conflitto ma di una situazione internazionale estremamente complessa. Tanto è vero che mette in conclusione del volume un glossario delle parole chiave nel racconto dei giornali punto per punto, un panorama della situazione attuale e una bibliografia per approfondire una questione che difficilmente può essere riassunta in un articolo di giornale.
”Ora dopo tre anni di propaganda, è il momento di far parlare i fatti”, conclude il direttore de Il fatto quotidiano che ripercorre passato e presente dell’Ucraina, terra di confine, sempre a metà del guado fra Europa e Russia. Parte dal passato, le eredità del nazismo e del comunismo, gli anni dell’indipendenza e della neutralità fra Est e Ovest, le interferenze, le due rivolte “colorate” e “spintanee” che ribaltano le elezioni sgradite agli Usa, l’America che non si rassegna alla fine della sua egemonia sul mondo fino alla guerra civile fra i governi filo-occidentali di Kiev e i popoli russofoni e russofili del Sud-Est, Zelensky e l’invasione di Putin. E l’Europa, che fa l’Europa? Arriva al presente attraverso una precisa cronologia che mette in fila gli ultimi due anni giorno per giorno, passo dopo passo, per mettere in luce che si tratta ”della versione horror della fiaba di Cappuccetto Rosso: nessuna bambina, nessuna nonnina e tanti lupi”.