(dell’inviata Mauretta Capuano) “La mortificazione della dignità è la più crudele negazione della giustizia e l’affermazione della più ignobile iniquità”. Lo ha detto Luigi Manconi protagonista dell’affollatissimo e applauditissimo incontro con Zerocalcare Oltre le sbarre?, moderato da Luca Misculin, stasera al Festivaletteratura di Mantova. Come si fa a tradurre in consenso politico una proposta come questa sulla dignità? ha chiesto il moderatore. “Temo che tutto questo non si traduca in consenso politico in questo momento e penso che in generale il motivo per cui tutti stanno attenti a non parlare di carcere sia proprio perché il consenso politico in questo momento si ottiene con il discorso opposto” ha sottolineato Zerocalcare. “Il mio esempio è quello di avere un pubblico che negli anni si è molto uniformato alla mia sensibilità su tanti temi. All’inizio erano un inventario molto ampio poi man mano che il mio profilo si delineava i nazisti non mi leggono più o mi leggono in segreto.
Le posizioni sul carcere continuano a provocare un grosso shock nei miei lettori pure in quelli progressisti che sono allineati con me. Credo dipenda dal fatto – ha spiegato Zerocalcare – che negli ultimi 30 anni il discorso del mondo progressista, che faceva una analisi del carcere come una istituzione da superare, invece ne abbia parlato solo per dire che Berlusconi doveva andare in galera e basta”. In qualche modo, “questa cosa del carcere tradotto in una specie di strumento di riscossa contro il potere politico corrotto ha fatto si che ci sia un livello di barbarie. Temo che con questa cosa sia difficile fare i conti” sostiene il fumettista. “Il cattivismo è qualcosa di facile perché non fa i conti con le conseguenze di quello che stai dicendo. Se le mura del carcere fossero di vetro qualcuno vacillerebbe. Forse l’idea che quel posto non funzioni bene un po’ di peso lo avrebbe. Con un welfare diverso la gente in carcere non ci starebbe” aggiunge Zerocalcare.
Dati alla mano, Manconi ha ricordato che “in questo momento nel sistema penitenziario si trovano 19 bambini da zero a tre anni reclusi con le loro madri. Li chiamo gli innocenti assoluti” e che “la recidiva da parte di coloro che hanno espiato in una cella chiusa è del 70%. La percentuale scende al 20% per chi è stato in detenzione domiciliare. Le misure alternative al carcere sono più efficaci per evitare la reiterazione del reato rispetto ai domiciliari”. “Il carcere è inutile e dannoso, è una macchina insensata. Il sovraffollamento è funzionale allo scopo vero del carcere: l’infantilizzazione dei detenuti. Nel carcere il linguaggio è decisivo. Il detenuto addetto alle pulizie si chiama scopino. All’interno della popolazione detenuta la frequenza dei suicidi è 16-18 volte superiori a quelli che avvengono fuori dal carcere. Questo è un progetto vero, un programma politico” ha affermato Manconi tra gli applausi.