
Se Zerocalcare “non vuole condividere lo spazio con i nazisti, adesso gli sta lasciando spazio. Io vedo una vera e propria ritirata, incomprensibile. Io se ci sono i nazisti salgo sulla montagna, prendo il fucile, scelgo un nome d’arte e combatto”. A parlare con l’ANSA è Marco Malvaldi, autore della saga de ‘I romanzi del BarLume’ per Sellerio ma anche di saggi come il più recente ‘Se fossi stato al vostro posto’ (Raffaello Cortina Editore).
“Io parteciperò a Più Libri Più Liberi perché ho preso un impegno e gli adulti quando prendono un impegno lo rispettano – ha detto -. In ogni fiera del libro io vedo case editrici che pubblicano libri che non condivido assolutamente, come quelli di astrologia e medicina alternativa, libri che insegnano come curarsi con le onde elettromagnetiche, con il potere delle pietre. Cosa faccio? Il picchetto davanti a loro? Mi metto lì a leggere le statistiche mediche o chiedo alla fiera di non invitare le case editrici di questo tipo perché altrimenti io che sono uno scienziato non vengo?” Malvaldi sostiene che sia stato un “notevole capolavoro” l’aver messo al centro del dibattito degli ultimi giorni l’editore. “Non sapevo cosa fosse questa casa editrice prima della polemica – ha aggiunto – hanno sortito l’effetto contrario, facendole tantissima pubblicità. Anche dal punto di vista tattico sono stati improvvidi. Poi il punto centrale è: se non hai paura della bontà delle tue idee, non dovresti provare a censurare quelle degli altri. Sono idee agghiaccianti? Ne sono convinto. Ma cosa faccio? Allora se non ritirate questa casa editrice io non vengo? Magari avremmo proprio bisogno di te, per discutere con quelli che verranno a comprare libri da loro, avremmo bisogno di parlarci, di confrontarci, non abbiamo bisogno che tu ti ritiri sull’Aventino. Ecco, questa moda del ritiro appena si vede qualcosa che non va bene mi sembra che abbia già dimostrato di non funzionare. Non so se la libertà di stampa sia a rischio, però se lo fosse l’ultima cosa da fare è ritirarsi sul proprio cocuzzoletto e dire di non partecipare”.
“A me questo genere di case editrici non interessavano prima e non interessano ora – ha concluso -. Ho visto alcuni degli autori che pubblicano e so cosa dicono senza leggerli. Quando ero all’università ho letto il ‘Mein Kampf’: se le persone lo leggessero troverebbero che è uno dei più noiosi, peggio scritti e più assurdi del mondo. La forza di un certo tipo di idee probabilmente sarebbe stata minore se la gente lo avesse letto”.