È stato “del tutto naturale” per Malika Ayane scrivere Ansia di felicità, la raccolta di racconti con cui ha esordito nella narrativa e con cui è arrivata al Salone del Libro di Torino, protagonista di un affollatto incontro. “All’inizio pensavo di fare un libro di impressioni perché sono grande osservatrice, amo i dettagli e penso sia emerso in queste storie. Poi mi sono detta: ‘forse è più interessante lasciar andare le visioni personali, non mettere tanto ego. Ho scritto i primi due racconti e da lì ho continuato” dice all’ANSA Malika, una delle cantautrici italiane più apprezzate, entrata a 11 anni nel Coro delle voci bianche della Scala, che ha pubblicato sei album e partecipato a cinque Festival di Sanremo.
Melina che è come i gatti, Marija che quando la situazione è gravissima tira fuori la tovaglia nera, Madeleine che presidia il divano rosa del Distratto, un locale di fiducia: sono quasi tutte donne le protagoniste di queste storie e tutte vivono in uno stato costante di ansia da felicità. “Ho provato a immedesimarmi nei personaggi che avrebbero raccontato le cose. Un percorso divertentissimo. E’ stata un’ottima possibilità per uscire da me, una bellissima vacanza, e dare voce a tutte le me ipotetiche. Potenzialmente potrei essere io ma non sono io” racconta. “È vero le protagoniste sono prevalentemente donne un po’ immaginate, un po’ ispirate, di personale c’è l’ambientazione fisica. D’altra parte sono donna da quasi 40 anni e vengo da una famiglia con tante donne , ma non nego che sarebbe interessante raccontare tutto anche dal punto di vista maschile, nella mia squadra di lavoro ci sono tanti uomini” spiega.
Ma cos’è questa ansia di felicità a cui dai voce nel libro? ” È un po’ quella che c’è in ognuno di noi. Tutti dobbiamo essere felici, vincenti e questo agita. Non voglio fare la vecchia babbiona ma c’è una aspettativa di frizzantezza che tante volte non è necessaria, è falsa. Tra le persone famose ci sono state molte cantanti importanti che hanno denunciano il fatto di sentirsi per esempio forzate a usare i social, a essere su TikTok” sottolinea.
Che differenza c’è tra scrivere canzoni e racconti? ” Il racconto ti permette di avere tante possibilità di andare più a fondo, di esprimere più dettagli. Come cantautrice scrivi, canti e interpreti con la tua faccia, è una responsabilità personale.
Nella scrittura sei tu che parli degli altri. E’ meraviglioso.
Per me è stata una delle più belle esperienze che ho fatto”.
La scrittura è sempre stata una passione di Malika: “scrivo ancora tante lettere, a volte sono ridondante, piene di dettagli, spiegazioni. Scrivo meglio di quanto parlo. Questo libro è un bel regalo che mi ha fatto la vita”. Ti piacerebbe continuare a scrivere? ” Si. All’inizio ero spaventata, mi sentivo una ladra che si intrufola in un settore che non è il suo , ma poi mi sono sentita più serena, dopo le prime recensioni. Ho fatto questo libro con grande impegno, onestà e forza di volontà, mi piacerebbe farlo ancora”. Anche un romanzo? “Forse. Se dovessi scriverlo farei solo quello e nient’altro. E’ importante prendersi il tempo per andare più a fondo, per guardare più da vicino”.
E la musica? “Sto scrivendo tante cose. Vorrei essere pronta per la prossima uscita. È un’epoca questa di grande frammentazione , escono 2 mila titoli al giorno. Vorrei fare la cosa più pura e urgente possibile, non condizionata da fattori esterni. Sono passati due anni da Malifesto, l’ultima produzione. Vorrei scavare ancora più a fondo. C’è una ricerca di sonoro che devo fare. Sono sicura che con questo bambino (Ansia di felicità) che adesso porto in giro da infiltrata nel mondo degli scrittori ci saranno cose inaspettate. Ognuna delle protagoniste ha qualcosa verso la quale provo profondo affetto.
Mi chiedo spesso perché pensiamo che i grandi non abbiamo bisogno di aiuto. La vita è spelndida ma c’è sempre un capitolo da sbrogliare”.