DIEGO MARANI, L’ULTIMA FALSITÀ (La nave di Teseo, pp.240, 19 euro) Accontentarsi di una vita grigia, senza passioni; ma anche il timore di essere dimenticati e il sentirsi falliti, senza più nessun appiglio per la felicità. Ci sono alcune delle paure più profonde dell’essere umano al centro de “L’ultima falsità”, il romanzo di Diego Marani pubblicato da La nave di Teseo.
L’autore, con uno stile brillante e pieno di senso dello humour, racconta la storia di un diplomatico che sente di aver rinunciato a tutto ciò che desiderava dalla vita. Il racconto è affidato allo psicanalista dell’uomo, affascinato da ciò che gli viene confidato. In particolare il diplomatico, disinteressato dalla sua carriera e completamente all’ombra della moglie e del suocero – inetta e arrivista lei, generale della marina pronto a tutto per sua figlia lui – nelle sedute con il terapeuta racconta come il suo unico rifugio sia diventata ormai soltanto la scrittura, il modo più efficace per rifarsi delle umiliazioni subite nella sfera privata e professionale.
Ma l’uomo non si accorge che la finzione delle sue storie finisce per intrecciarsi con la realtà: le trame e i personaggi proliferano in modo così incontrollato da invadere il suo mondo, influenzando la sua stessa vita e quelle delle persone attorno a lui.