L’Europa in guerra

La guerra in Ucraina è il risultato della difesa di un Paese membro delle Nazioni Unite dall?attacco della Russia. Poteva essere evitata, ma non l?ha voluto nessuno. Anzi, la patente di giustizia e legittimità è servita a inasprire il conflitto e ad allargarlo. La legittimità è un dogma dell?Occidente, che rappresenta appena un quarto delle terre emerse e un settimo della popolazione mondiale. Che produce il cinquanta per cento del Pil globale e consuma gran parte di quello del resto del mondo. Gli Stati Uniti cercano di limitare lo sviluppo economico dell?Occidente europeo, negando qualsiasi strumento militare indipendente. E, fortunatamente per gli Usa, l?Europa è gestita da organi burocratici che ne riconoscono l?egemonia. Gli Stati Uniti esercitano quindi la supremazia globale e si oppongono alla Cina e alla Russia. È un compito immane e dispendioso. E il vero ostacolo è rappresentato dalla potenza nucleare della Russia, e non da quella commerciale della Cina. L?Ucraina è quindi uno dei passi statunitensi verso la sistemazione definitiva di una vecchia faccenda: il depotenziamento militare della Russia e quello economico dell?Europa. Ed è l?anticipazione del contrasto politico, economico e militare nei confronti della Cina. Tutto questo può giustificare una guerra? Il pacifismo risponderebbe di no. La prassi politica e il rituale diplomatico risponderebbero di sì. Anzi, sono bastati eventi molto meno gravi per indurre l?Occidente a scendere in guerra. È successo nei Balcani, in Iraq, in Siria, in Afghanistan, in Libia. È questa costante geopolitica e mentale a rivelare l?ennesimo e ipocrita segreto di Pulcinella: siamo in guerra.