Raccontare la storia attraverso l’amore che i grandi potenti di ieri e di oggi hanno avuto per i propri gatti. E’ questa l’ avventura in cui si è cimentata la giornalista-scrittrice Carola Vai con il suo libro ‘Gatti di Stato’, Rubettino editore (216 pagine).
Attraverso una scrittura gradevole e una documentazione di tutto rispetto, si possono conoscere aneddoti curiosi e divertenti su grandi personaggi storici, come quelli che riguardano, ad esempio, Winston Churchill che, per il suo Nelson, ha nutrito una vera passione arrivando a riservargli una sedia, al 10 di Downing Street, sulla quale si racconta che nessun essere umano abbia mai avuto il permesso di sedersi, almeno in sua presenza. E questo, nonostante, il più famoso tra i felini amati dall’allora primo ministro resti, probabilmente, ‘Jock’ che trascorreva ore accoccolato sulle ginocchia dello statista al punto di venire ritratto anche lui nella foto ufficiale scattata a Churchill in occasione del matrimonio del nipote.
Ma sono tanti i “gattari famosi” descritti da Carola Vai: da Charles De Gaulle, che ebbe nel suo certosino ‘Gris Gris’ un vero compagno di vita, alla regina Vittoria che considerò la sua persiana bianca ‘White Heather’ (Erica bianca) un prezioso portafortuna, a George W.Bush che visse alla Casa Bianca, oltre che con due Scottish Terrier, anche con una gatta nera di razza American shorthair, chiamata ‘India’, il cui nome scatenò una quasi crisi diplomatica con il paese asiatico. Molti indiani, infatti, per reazione a quello che considerarono “un insulto”, chiamarono ‘Bush’ il proprio cane. Il presidente Usa incassò il colpo e anche se ufficialmente non rispose alle critiche, piano piano cominciò a chiamare ‘Kitty’ la sua adorata ‘India’…
Tra i ‘first cat’ della White House il più celebre sembra sia destinato a restare ‘Socks’: il Tuxedo scelto dalla famiglia Clinton. Il suo successo fu tale che l’ amministrazione dovette creare un apposito ufficio per smaltire tutta la corrispondenza che gli veniva indirizzata. Il suo musetto simpatico apparve sulle cartoline di Natale di quegli anni e ispirò vari libri per bambini. Il primo a portare un gatto alla Casa Bianca, invece, fu Abramo Lincoln. Il suo ‘Tabby’, si dice che fosse il solo a lenire i momenti di grande tristezza del presidente americano.
La descrizione dei ‘gatti di Stato’ è in realtà l’occasione per Carola Vai di fare un ritratto lieve, spesso approfondito, dei vari personaggi che li hanno amati: da quello di Papi come Benedetto XVI, Pio VII, Leone XII a quelli di Camillo Benso conte di Cavour e di Caterina di Russia che attribuì ai gatti lo status ufficiale di “Guardiani delle pinacoteche” per la loro abilità di eliminare topi. Per non parlare poi di Francesco Saverio Nitti la cui esistenza venne accompagnata da vari esemplari dai nomi curiosi come il siamese ‘Fritellino’. Ma si narrano anche storie tristi come quella di “Felicette”, la prima micia che venne lanciata in orbita nel 1963 nel programma spaziale della Francia sotto la presidenza di De Gaulle. Non superò l’esperienza di essere lanciata a 161 km di distanza dalla terra, ma, in suo ricordo, è stata eretta una statua all’Università spaziale di Strasburgo inaugurata da Macron nel 2019.
Andando più in là nel tempo, nel libro si parla anche dell’imperatrice romana Livia e del faraone Tutankhamon nella cui tomba vennero trovate le mummie di numerosi gatti considerati sacri dagli Egizi. Celebre la confessione di Ottaviano Augusto che ammise pubblicamente nel 10 a.C. come la sua gatta “dal pelo lungo e dagli occhi gialli” fosse la “più intima amica” della sua “vecchiaia”.
Carola Vai riferisce, inoltre, di una ricerca dell’Università inglese di Warwick secondo la quale le “persone con grosse responsabilità siano anche grandi amanti dei gatti” e gli “appassionati dei mici abbiano spesso successo nella vita”.
Tornando all’oggi, l’autrice dedica un intero capitolo al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, descritto come un amante di questi intelligenti animali domestici. Con lui al Quirinale vivono i suoi 3 persiani: Cimabue, Boccaccio e Dante dai quali non sembra si sia mai voluto separare.
Questo di Carola Vai è insomma un libro che potrebbe risultare gradito agli appassionati dei felini domestici che nel nostro Paese sono davvero tanti. Basti pensare che nelle case degli italiani, secondo una statistica del 2021, si registra “una presenza di 7 milioni e 900mila gatti”.
— Fonte: RSS di ANSA