Marcel Proust è nato il 10 luglio 1871 e morto il 18 novembre 1922, in occasione dei 100 anni dalla sua morte, ecco un elenco delle più belle citazioni del grande scrittore, saggista e critico letterario. Come tutti i lettori più ferrati sanno, Alla ricerca del tempo perduto è il suo capolavoro e, con la sua mole (è stato pubblicato in sette volumi tra il 1913 e il 1927), è uno dei libri che più affascina e respinge i lettori.. La sua potenza espressiva e il suo scandagliare minuzioso ricordi e sentimenti umani lo hanno reso uno dei maggiori autori francesi di sempre.
Ecco le sue frasi e citazioni più belle.
Marcel Proust: frasi, aforismi e citazioni
- Essere indulgenti verso gli altri, severi verso se stessi è un consiglio banale; nell’esistenza è la sola regola da seguire.
- La vera vita, la vita finalmente messa a nudo e chiarita, di conseguenza la sola vita pienamente vissuta, è la letteratura.
- I paradossi di oggi sono i pregiudizi di domani.
- Quel che ammiriamo più calorosamente diventa per noi la misura di tutto il resto.
- C’è in Dostoevskij quella tetraggine anticipata dei primitivi che i discepoli rischiareranno.
- Venuta meno l’influenza anestetizzante dell’abitudine, mi mettevo a pensare, a sentire cose infinitamente tristi.
- Fra tutti i modi di produzione dell’amore, fra tutti gli agenti disseminatori del male sacro, certamente uno dei più efficaci è questo gran soffio di agitazione che a volte passa su di noi. Allora l’essere col quale in quel momento ci piace stare, il dado è tratto, sarà lui che ameremo. Non c’è neanche bisogno che finora ci sia piaciuto più di altri, e neppure altrettanto; bisogna solo che il nostro gusto per lui sia diventato esclusivo. E la condizione si è verificata quando – nel momento in cui è mancato — alla ricerca dei piaceri che ci dava il suo fascino si è sostituito improvvisamente in noi un bisogno ansioso, che ha per oggetto quel medesimo essere, un bisogno assurdo, che le leggi di questo mondo rendono impossibile da soddisfare e difficile da guarire, il bisogno insensato e doloroso di possederlo.
- La saggezza della gente non innamorata a cui pare che un uomo di spirito dovrebbe essere infelice solo per una persona che lo meriti; pressappoco è come stupirsi che uno si degni di ammalarsi di colera a causa di un essere così piccolo come il bacillo virgola.
- Cercate di conservare sempre un lembo di cielo sopra la vostra vita, fanciullo mio, aggiungeva voltandosi verso di me. Voi avete un’anima bella, d’una qualità rara, una natura d’artista, non lasciatele mancare ciò di cui ha bisogno.
- Tutte le cose più grandi che conosciamo ci sono venute dai nevrotici. Sono loro e solo loro che hanno fondato religioni e hanno creato magnifiche opere d’arte. Mai il mondo sarà conscio di quanto deve loro, e nemmeno di quanto essi abbiano sofferto per poter elargire i loro doni.
- Coloro ai quali la mancanza di energia o d’immaginazione impedisce di trarre da se stessi un principio di rinnovamento domandano all’attimo che sopravviene, al postino che suona, di portar loro qualcosa di nuovo, foss’anche di peggio, un’emozione, un dolore; quando la sensibilità, che il benessere ha fatto tacere come un’arpa indolente, vuol risuonare al tocco di una mano, anche se brutale, e a rischio d’esserne infranta; quando la volontà, che con tanta fatica si è conquistata il diritto d’abbandonarsi senza ostacolo ai suoi desideri, alle sue pene, vorrebbe rimettere le redini nelle mani di eventi imperiosi, non importa se crudeli.
- Come quelli che si mettono in viaggio per vedere con i loro occhi una città desiderata e immaginano si possa godere, in una realtà, le delizie della fantasia.
- Forse l’immobilità delle cose intorno a noi è loro imposta dalla nostra certezza che sono esse e non altre, dall’immobilità del nostro pensiero nei loro confronti.
- La nostra personalità sociale è una creazione del pensiero altrui.
- La realtà si forma soltanto nella memoria.
- La speranza del conforto dà coraggio nella sofferenza.
- Ma, quando niente sussiste d’un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, soli, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l’odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l’immenso edificio del ricordo.
- M’immaginavo, come ognuno, che il cervello degli altri fosse un ricettacolo inerte e docile, privo del potere d’una reazione specifica su quanto vi s’introduceva.
- Non vi sono che due classi di esseri: i magnanimi e gli altri.
- Ogni bacio chiama un altro bacio. Ah! nei primi tempi di un amore i baci nascono con tanta naturalezza! Spuntano così vicini gli uni agli altri; e a contare i baci che si è dati in un’ora si faticherebbe come a contare i fiori di un campo nel mese di maggio.
- Un uomo che dorme tiene in cerchio intorno a sé il filo delle ore, l’ordine degli anni e dei mondi.
- Fra tutte le cose che l’amore esige per nascere, quella a cui tiene di più, e che gli fa trascurare tutto il resto, è la nostra convinzione che una persona partecipi a una vita sconosciuta in cui il suo amore ci farà penetrare.
- Tutte le cose della vita che sono esistite un tempo tendono a ricrearsi.
- Ognuno ha bisogno di trovare delle ragioni alla propria passione.
- Non si ama più nessuno quando si è innamorati.
- Gli occhi neri brillavano e, siccome non sapevo allora, né mai l’ho imparato dopo, ridurre nei suoi elementi oggettivi una forte impressione, siccome non avevo, come si dice, abbastanza “spirito d’osservazione” per separare la nozione del loro colore, per molto tempo, ogni volta che ripensai a lei, il ricordo del loro splendore si presentava a me immediatamente come quello di un azzurro intenso, perché era bionda: di modo che se forse non avesse avuto gli occhi così neri – cosa che colpiva tanto la prima volta che la si vedeva – non avrei amato, come amai, specialmente in lei, i suoi occhi azzurri.
- I nostri desideri interferiscono via via fra di loro, e, nella confusione dell’esistenza, è raro che una felicità giunga a posarsi esattamente sul desiderio che l’aveva invocata.
- E quindi mi chiedevo se l’originalità sia davvero la prova che i grandi scrittori sono degli dèi, regnanti ciascuno in un regno esclusivamente suo, oppure se non ci sia in tutto ciò un po’ di finzione, se le differenze fra le opere non siano il risultato del lavoro, piuttosto che l’espressione di una radicale diversità di sostanza fra le diverse personalità.
- È sempre in uno stato d’animo non destinato a durare che si prendono risoluzioni definitive.
- È la nostra attenzione a mettere certi oggetti in una stanza, ed è l’abitudine a ritirarli per lasciare il posto a noi.
- E forse anche non c’è atto più libero, perché è ancora sprovvisto di abitudine, di quella specie di mania mentale che, in amore, favorisce il rinascere esclusivo dell’immagine di una data persona.
- Si può provare simpatia per una persona. Ma per scatenare quella tristezza, quel sentimento d’irreparabile, quelle angosce che preparano l’amore, ci vuole — ed è forse questo, più che una persona, l’oggetto vero e proprio che la passione cerca ansiosamente di attingere — il rischio di una impossibilità.
- Ma no, mi rispose, quando un animo è portato al sogno, non bisogna tenervelo lontano, razionarglielo. Finché distoglierete il vostro animo dai suoi sogni, non li conoscerà; sarete in balia di mille apparenze perché non ne avrete capito la natura. Se un po’ di sogno è pericoloso, quel che ce ne guarisce non è sognare di meno, ma di più, fare tutto il sogno.
- Abbiamo ricevuto dalla nostra famiglia […] le idee di cui viviamo così come la malattia di cui morremo.
- Calma non può esserci nell’amore, perché quel che si ottiene è sempre solo un nuovo punto di partenza per desiderare di più.
- Di solito viviamo con il nostro essere ridotto al minimo, e la maggior parte delle nostre facoltà restano addormentate, riposando sull’abitudine, che sa quel che c’è da fare e non ha bisogno di loro.
- Ognuno chiama «chiare» le idee che sono allo stesso grado di confusione delle sue proprie.
- Un dolore causato da una persona amata può essere amaro, anche quando si inserisce in mezzo a preoccupazioni, occupazioni, gioie che non abbiano per oggetto quell’essere e da cui la nostra attenzione solo di tanto il tanto si distoglie per tornare a lui, ma quando un simile dolore nasce nel momento in cui la felicità di vedere quella persona ci colma per intero, l’improvvisa depressione che allora pervade la nostra anima, fino a quell’istante soleggiata, protetta e calma, determina in noi una furibonda tempesta contro cui non sappiamo se saremo capaci di lottare fino all’ultimo.
- L’idea che da tempo ci siamo fatti di una persona ci tappa occhi e orecchie.
- La generosità non è spesso che l’aspetto interiore che prendono i nostri sentimenti egoistici quando non li abbiamo ancora nominati e classificati.
- L’amore non è una passione disinteressata.
- Come i caleidoscopi che di tanto in tanto girano, la società dispone successivamente in modo diverso elementi che si erano creduti immutabili.
- Gli uomini non cambiano dall’oggi al domani, e cercano in ogni nuovo regime la continuazione dell’antico.
- Nulla altera le qualità materiali della voce quanto il fatto di contenere il pensiero.
- C’è nell’amore una sofferenza permanente, che la gioia neutralizza, rende virtuale, rinvia, ma che può in ogni momento diventare quel che sarebbe da molto tempo se non si fosse ottenuto ciò che si sperava: atroce.
- Siamo tutti costretti, per rendere sopportabile la realtà, a coltivare in noi qualche piccola pazzia.
- Il tempo di cui disponiamo ogni giorno è elastico: le passioni che proviamo lo dilatano, quelle che ispirano lo restringono, e l’abitudine lo riempie.
- La saggezza non si riceve, bisogna scoprirla da sé dopo un percorso che nessuno può fare per noi, né può risparmiarci, perché è un modo di vedere le cose.
- Ciò che rammentiamo della nostra condotta resta ignorato dal nostro vicino più prossimo; ciò che dimentichiamo di aver detto, anzi ciò che non abbiamo detto, provocherà l’ilarità addirittura in un altro pianeta, e l’immagine che gli altri si fanno delle nostre azioni e dei nostri gesti non assomiglia a quella che ce ne facciamo noi stessi, più di quanto non assomigli a un disegno un qualche ricalco mal fatto in cui talvolta a un tratto nero corrisponde uno spazio vuoto, e a una parte bianca un contorno inesplicabile.
- Citando un verso isolato se ne moltiplica la forza attrattiva.
- Cessando di essere pazzo, diventò stupido.
- Il mondo […] non è stato creato una volta, ma tutte le volte che è sopravvenuto un artista originale.
- Lavoriamo continuamente per dare forma alla nostra vita, ma copiando nostro malgrado, come un disegno, i lineamenti della persona che siamo e non di quella che ci piacerebbe essere.
- Forse non ci sono giorni della nostra fanciullezza che abbiamo vissuto più pienamente di quelli che crediamo invece di aver trascorso senza viverli: cioè quelli trascorsi con un buon libro.
- Una gran parte di quello che i medici sanno è insegnata loro dai malati.
- Quando le ore si fasciano di discorsi, non possiamo più misurarle, anzi neppur vederle: svaniscono, e d’un tratto il tempo veloce e così giocato ci ricompare davanti a gran distanza dal punto in cui l’avevamo lasciato. Mentre, se siamo soli, la preoccupazione, riportandoci innanzi quel momento ancora lontano e continuamente aspettato con la frequenza e l’uniformità d’un tic-tac, suddivide, anzi moltiplica le ore per tutti quei minuti che, fra amici, non avremmo contati.
- Non è inutile un po’ d’insonnia per apprezzare il sonno, per proiettare un po’ di luce in quella notte. Una memoria senza cedimenti non è un eccitatore molto potente per studiare i fenomeni della memoria.
- Talvolta, in queste sere d’attesa, l’angoscia è imputabile alla medicina che si è presa. Interpretata erroneamente da chi soffre, si crede di essere in ansia a causa di colei che non viene. L’amore nasce in questi caso, come certe malattie nervose, dalla inesatta spiegazione di un malessere penoso. Spiegazione che è inutile rettificare, almeno in ciò che riguarda l’amore, che è un sentimento sempre erroneo (quale che ne sia la causa).
- E poiché le impressioni che per me davano valore alle cose erano di quelle che gli altri o non provano, o rifiutano come insignificanti senza pensarci, e di conseguenza se avessi potuto comunicarle sarebbero rimaste incomprese o sarebbero state disprezzate, esse mi riuscivano completamente inutilizzabili, e avevano anzi l’inconveniente di farmi passare per stupido.
- C’è qualche cosa che ha un potere di esasperazione non raggiungibile da una persona, ed è il pianoforte.
- Ho molto amato la vita, ho molto amato le arti.
- Gustavo il suo sonno con un amore disinteressato e tranquillizzante, così come restavo per ore ad ascoltare il frangersi delle onde. Forse è necessario che gli esseri siano capaci di farvi tanto soffrire perché nelle ore di remissione vi procurino la stessa calma pacificante della natura.
- Quando abbiamo superato una certa età, l’anima del bambino che siamo stati e l’anima dei morti da cui siamo usciti vengono a gettarci a piene mani le loro ricchezze e i loro sortilegi, chiedendo di cooperare ai nuovi sentimenti che proviamo e nei quali, cancellando la loro antica effigie, li rifondiamo in una creazione originale.
- Il solo vero viaggio, il solo bagno di giovinezza, non sarebbe quello di andare verso nuovi paesaggi, ma di avere occhi diversi, di vedere l’universo con gli occhi di un altro, di cento altri, di vedere i cento universi che ciascuno di essi vede, che ciascuno di essi è; e questo possiamo farlo con un Elstir, con un Vinteuil, con i loro pari, con i quali voliamo davvero di stella in stella.
- È stato detto che la bellezza è una promessa di felicità. Inversamente, la possibilità del piacere può essere un principio di bellezza.
- La realtà è il più abile dei nemici. Lancia i suoi attacchi contro quel punto del nostro cuore dove non ce li aspettavamo e dove non avevamo preparato difese.
- Uno dei poteri della gelosia, consiste nel rivelarci quanto la realtà dei fatti esterni e i sentimenti dell’anima siano qualcosa di ignoto che si presta a molte supposizioni. Crediamo di sapere esattamente le cose e quel che pensano le persone, per la semplice ragione che non ce ne preoccupiamo. Ma non appena abbiamo il desiderio di sapere, come chi è geloso, allora tutto si trasforma in un vertiginoso caleidoscopio, in cui non distinguiamo più nulla.
- Il nostro io è costituito dalla sovrapposizione delle nostre condizioni successive. Ma questa sovrapposizione non è immutabile come la stratificazione di una montagna. Avvengono continuamente stravolgimenti che fanno affiorare in superficie strati più antichi.
- Le due massime cause d’errore nei nostri rapporti con un’altra persona sono di aver buon cuore, oppure, quell’altra persona, amarla.
- Dell’universo abbiamo solo visioni informi, frammentate, che completiamo con associazioni di idee arbitrarie, creatrici di suggestioni pericolose.
- Tuttavia, se tutti i doveri inutili, a cui ero pronto a sacrificare quello vero, mi uscivano di mente dopo pochi minuti, l’idea della mia costruzione non mi abbandonava un solo istante.
- Il libro essenziale, il solo libro vero, un grande scrittore non deve, nel senso corrente, inventarlo, poiché esiste già in ciascuno di noi, ma tradurlo. Il dovere e il compito di uno scrittore sono quelli di un traduttore.
- I veri paradisi sono i paradisi che abbiamo perduto.
- In questo mondo, dove tutto si consuma, tutto perisce, c’è una cosa che cade in rovina e si distrugge ancor più della Bellezza. Il Dolore.
- La vita ci delude talmente tanto che finiamo col credere che la letteratura non abbia alcun rapporto con essa e ci stupiamo nel vedere che le preziose idee rivelateci dai libri mostrano, in una cena, un assassinio.
- I cervelli piccini restano schiacciati non dalla bellezza, ma dall’enormità dell’azione.
- È erroneo credere che la scala delle paure corrisponda a quella dei pericoli che la ispirano.
- Ma un fascino non si travasa.
- I ricordi non si spartiscono.
- Di qualunque idea lasciata in noi dalla vita si tratti, la sua raffigurazione materiale, impronta dell’impressione da essa prodotta, in noi è sempre il pegno della sua verità necessaria. Le idee formate dall’intelligenza posseggono solo la verità logica, la verità possibile, e la loro scelta è arbitraria.
- Non che le idee che noi formiamo non possono essere giuste, ma non sappiamo se sono vere. Solo L’Impressione, per quanto infima ci possa sembrare la materia, e inafferrabile la traccia, è un criterio di verità.
- Un libro è un grande cimitero dove, sulla maggior parte delle tombe non si possono più leggere i nomi ormai cancellati; talvolta al contrario ricordiamo benissimo il nome, ma non sappiamo se dell’essere che lo portava sopravvive qualcosa nelle nostre pagine.
I libri di Marcel Proust su Babelezon: