La maggior parte dei titoli in Islanda viene pubblicata a ottobre e novembre e così sotto l’albero ci si scambiano le cose che più ci arricchiscono: i libri. Cosa c’è di meglio che passare la vigilia di Natale davanti ad un buon libro. Questa tradizione ha un nome abbastanza impronunciabile: Jólabókaflód e in questo articolo vi spieghiamo perché è così bella.
Letteralmente potremmo tradurre Jólabókaflód con alluvione, inondazione di libri. È una tradizione islandese che adoriamo e consiste nel regalare libri e trascorrere la notte di Natale e il giorno successivo a leggerli. Niente pranzi di Natale, ma solo l’odore di un libro nuovo da sfogliare, sottolineare, segnare, divorare.
Questa tradizione prese piede durante la seconda guerra mondiale, nel 1944, quando l’Islanda ottenne l’indipendenza dalla Danimarca. La carta era a quell’epoca una delle poche merci non razionate e fu così che gli islandesi svilupparono un forte amore proprio per i libri, dal momento che altri tipi di doni erano praticamente scarsi. Un amore che si è tradotto poi nella consuetudine di dare libri in regalo, tanto che, secondo uno studio condotto dall’Università di Bifröst nel 2013, la metà della popolazione del paese legge almeno otto libri all’anno (quindi non sorprende che l’Islanda sia il terzo paese più istruito al mondo dopo Finlandia e Norvegia).
Il libro deve essere rigorosamente di carta: Jólabókaflód è anche un modo per continuare la tradizione di leggere un libro cartaceo.