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È morto il 18 luglio 2019 all’età di 90 anni al Policlinico Agostino Gemelli di Roma, dove era ricoverato da alcuni giorni per una polmonite. Dopo i funerali, celebrati il 20 luglio a Napoli nella basilica di Santa Chiara, le ceneri sono state tumulate, secondo le sue volontà, nel cimitero di Furore, sulla costiera amalfitana.
Luciano De Crescenzo era nato il 18 agosto 1928 nella città di Napoli, scrittore, regista, attore e conduttore televisivo.
Luciano De Crescenzo era un ingegnere, di formazione e di professione (assunto neolaureato alla Ibm), ma intorno ai 50 anni si reinventò scrittore e storico della filosofia, diventando d’ufficio l’ultimo degli eclettici. Un divulgatore straordinario, al punto che i suoi libri finirono anche nei licei ed erano più utili anche dei bignamini per preparare al meglio le interrogazioni o addirittura gli esami.
Quei manuali scanzonati, leggeri e di facile lettura sulla storia della filosofia, sono stati degli autentici bestseller che lo hanno reso ricco e famoso nel mondo: 18 milioni di copie, di cui 7 milioni in Italia, con traduzioni in 19 lingue e diffusione in 25 Paesi.
Di questo successo, De Crescenzo sorrideva divertito. «La prendo con filosofia», ripeteva quando lo chiamavano a rispondere da intellettuale “nazionalpopolare”.
L’ex allievo del matematico napoletano Renato Cacciopoli, dopo vent’anni spesi nel ramo informatica, fece il suo debutto letterario nel 1977 con l’esilarante Così parlò Bellavista (Mondadori). Oltre 600mila copie vendute e un successo travolgente che gli aprì le porte del salotto televisivo di Maurizio Costanzo (la trasmissione era Bontà loro) e poi la conduzione del programma Rai 1 (con Claudio Lippi e Ines Pellegrini) Mille e una luce.
Con Così parlò Bellavista passò anche alla regia vincendo nel 1985 il David di Donatello come regista esordiente.
La prima passione rimase comunque la scrittura e quel lavoro di «missionario della divulgazione» come amava definire la sua attività di romanziere e saggista. I suoi volumi sulla storia della filosofia greca furono particolarmente apprezzati anche ad Atene dove nel 1994 gli venne conferita la cittadinanza onoraria. Un anno davvero speciale il ’94 in cui mandò alle stampe l’ennesimo bestseller, Panta rei (Mondadori), rendendo popolare nell’opinione pubblica l’aforisma attribuito a Eraclito «tutto scorre».