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Il 9 novembre 2004 è morto a Stoccolma, per un improvviso attacco cardiaco, il giornalista e scrittore svedese Stieg Larsson.
La carriera di Larsson era cominciata con i mestieri più vari finché, nel 1983, era diventato grafico presso l’agenzia di stampa Tidningarnas telegrambyrå (TT). Gradualmente, si orientò verso il giornalismo diventando prima critico letterario e poi giornalista di inchiesta. Nel 1995, in seguito all’omicidio di cinque ragazzi a Stoccolma per mano di estremisti di destra, lasciò l’agenzia per fondare la rivista trimestrale EXPO, che mantenne sempre schierata in prima linea contro il razzismo, il fascismo e l’estremismo di destra. Nel 1991 Larsson scrisse, insieme a Anna-Lena Lodenius, Extremhögern (Estremismo di destra); nel 2001 pubblicò con Mikael Ekman Sverigedemokraterna: den nationella rörelsen (Democratici svedesi: il movimento nazionale).
Nel corso degli anni Larsson diventò uno dei più grandi esperti mondiali di organizzazioni di estrema destra e neonaziste e fu ascoltato più volte come relatore a Scotland Yard e all’Osce di Parigi. Per questo motivo ricevette numerose minacce finché, nel 1999, la polizia impose la scorta a lui e alla compagna Eva Gabrielsson. Stieg ed Eva vivevano insieme a Stoccolma, ma non apparivano sul citofono né in alcun documento ufficiale: avevano deciso di non sposarsi per non essere registrati, nella speranza di far perdere le proprie tracce. Dopo trentadue anni di convivenza, questa scelta costò molto cara a Eva: alla morte di Stieg, per via della legge svedese gli eredi riconosciuti furono solo il padre e il fratello, con i quali lo scrittore aveva rapporti saltuari e tutt’altro che calorosi.
La tragica fine della sua breve esistenza terrena porta quindi i contorni di una vera e propria beffa del destino.
Fino al 2004 Stieg Larsson aveva pubblicato solo saggi sulla democrazia svedese e sui movimenti di estrema destra. Pochi mesi prima di morire aveva preso contatto con una delle principali case editrici svedesi, la Norstedts, e consegnato una serie di tre romanzi polizieschi che costituiscono la Trilogia chiamata Millennium dal nome del giornale presso il quale lavora il loro protagonista. Larsson aveva pensato a una serie di dieci romanzi e aveva già sviluppato il quarto ed il quinto volume. Subito dopo la trilogia, avrebbe scritto il quinto episodio della serie, saltando il quarto: il volume, secondo alcune fonti, sarebbe completo, pronto per la pubblicazione, ma le vicissitudini legate all’eredità ne stanno ostacolando l’uscita.
Lo sfortunato scrittore svedese aveva una casetta sul mare dove progettava di ritirarsi con i guadagni dei suoi libri, ma non ha avuto il tempo di realizzare nessuno dei suoi programmi, perché i tre romanzi sono stati pubblicati soltanto dopo la sua morte.
La trilogia ha conosciuto un enorme successo, prima in Svezia, poi in tutta Europa diventando uno strepitoso caso letterario.
Attualmente i libri di Stieg Larsson sono tradotti in 50 paesi e In Italia sono pubblicati dalla casa editrice Marsilio. L’eroe di Larsson, in larga misura ispirato a se stesso, è Mikael Blomkvist, 45 anni, giornalista finanziario al mensile Millennium, single separato dalla complessa vita sentimentale. Al suo fianco troviamo Lisbeth Salander, 25 anni, alta un metro e cinquanta per quarantadue chili, ipertatuata, supertruccata, lesbica e presunta psicopatica, ma soprattutto hacker dal talento straordinario. È una specie di Pippi Calzelunghe in versione punk, come ci si poteva aspettare da un appassionato dei racconti di Astrid Lindgren quale era Larsson. Lisbeth ha una relazione con Mikael e si innamora di lui, ma passa molte notti con l’amica Miriam. Chi legge la trilogia finisce per avere la sensazione di conoscere benissimo i due protagonisti, la loro passione per il caffè e il sesso, il loro debole per la lealtà e la giustizia. Il successo di Millennium non sta solo sta nella complessità dei personaggi e della trama, ma anche nella vena ottimistica dell’autore: sebbene nei suoi romanzi troviamo intrighi internazionali, personaggi cattivi sempre in agguato, servizi segreti intenti a sporcarsi le mani e potentissimi speculatori finanziari impastati con il potere, Larsson lascia intendere che il mondo ha qualche speranza di sopravvivere se almeno funzionano la stampa e le forze dell’ordine.
Nel 2006 e nel 2008 il primo e il terzo romanzo della trilogia, Uomini che odiano le donne e La regina dei castelli di carta, hanno vinto il premio Glasnyckeln (chiave di vetro) per il miglior giallo scandinavo. Sempre nel 2006 il secondo romanzo della trilogia, La ragazza che giocava con il fuoco, è stato riconosciuto come miglior romanzo poliziesco svedese dell’anno dalla Svenska Deckarakademin.