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Miguel Ángel Asturias muore il 9 giugno 1974 a Madrid; la salma, secondo le sue volontà, è tumulata nel cimitero parigino del Père Lachaise, sormontata da una piccola stele maya, vicino alla tomba di Chopin. E’ stato uno scrittore, poeta e drammaturgo, dal 1966 ambasciatore del Guatemala in Francia. Il suo impegno politico lo portarono a ricevere dall’Unione Sovietica il Premio Lenin per la pace nel 1966 e poi il Premio Nobel per la letteratura nel 1967.
Miguel Ángel Asturias è nato a Città del Guatemala il 19 ottobre 1899 da una famiglia di liberali, che a causa della propria opposizione al regime, si trasferisce nel 1903 in una regione di Baja Verapaz, dove gli Asturias sperano di poter vivere con maggiore tranquillità.
Miguel cresce nel piccolo e poverissimo paese, dove sono vive tradizioni e riti di un antico mondo rurale, e vi frequenta le prime classi elementari.
Tornato a Città del Guatemala nel 1908 Miguel Ángel continua gli studi secondari e si iscrive alla facoltà di Medicina, che lascia per iscriversi alla facoltà di Legge all’Università di San Carlos.
La situazione politica del suo paese è sempre in ebollizione: nel 1920 cade la dittatura di Cabrera, sostituita, dopo un anno da una giunta militare ed il giovane Asturias comincia a occuparsi di politica collaborando alla rivista di opposizione El Estudiante.
Il suo primo scritto importante, El tóque de animas, viene pubblicato nel 1922, mentre comincia a raccogliere, presso le famiglie indio, documenti e testimonianze per la sua tesi di laurea, sul tema El problema social del indio.
Sinceramente interessato alla emancipazione delle minoranze, partecipa alla fondazione di una Università Popolare, libera e gratuita, dove tiene personalmente lezioni, scrive sulla rivista Tiempos Nuevos e si laurea in legge nel dicembre 1923.
Dopo la laurea Miguel Ángel Asturias parte per l’Europa per studiare economia politica in Inghilterra, ma proprio qui, lontano dalla terra dei Maya, si appassiona alla loro cultura dopo potuto ammirare i meravigliosi reperti dell’antico popolo al British Museum.
Per perfezionare le sue conoscenze sull’argomento che lo appassiona, si trasferisce a Parigi per frequentare alla Sorbona, le lezioni sulla Religione dei Maya dal professor Georges Raynaud, di cui diventa discepolo.
Si dedica alle traduzioni dei libri sacri Anales de los Xahil, dal francese in spagnolo: in seguito lo scrittore dirà che queste traduzioni “non furono solo ricerche di interpretazione testuale o esercizi culturali, ma un bisogno vitale…per ricordare e ritrovare in me stesso le sparse membra di quel grande Impero Maya che Arnold Toynbee avrebbe chiamato la Grecia d’America”.
Profondo conoscitore della cosmogonia Maya, cercò di diffondere le fondamenta di quella virtuosa civiltà in Argentina, dove viene nominato prima addetto culturale all’ambasciata guatemalteca in Argentina e due anni dopo ambasciatore, e in Europa a Parigi e Londra.
Se l’esperienza parigina fu decisiva ai fini della formazione politica e culturale di Asturias, dove conobbe ed entrò in contatto con i principali intellettuali come Paul Valery, Pirandello, Thomas Mann, Pablo Picasso e James Joyce, la permanenza in terra Argentina riguarda invece la parte delle convinzioni e delle prese di posizioni, che gli valsero l’esilio prima nella Cuba comunista e poi nella Spagna franchista.
Miguel Ángel Asturias riceve il premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione:
“per i suoi vigorosi risultati letterari, profondamente radicati nei tratti distintivi e nelle tradizioni degli Indiani dell’America Latina”
Si interessa sin da subito al problema della discriminazione sociale degli indios, tematica che approfondirà gradualmente e che lo porterà alla stesura della cosiddetta “trilogia bananera“, composta dai suoi capolavori letterari:
Leggende del Guatemala, Il signor presidente, Uomini di mais.
Ad ispirare queste tre opere, fatti reali: il Guatemala sotto la dominazione della United Fruit Company, la compagnia nordamericana che si appropria di tutta la terra e di tutte le anime mentre instaura uno Stato (di matrice chiaramente yankee) nello Stato. La stessa compagnia, che successivamente finanziò, tra le altre, le rovine maya di Zaculeu.