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L’8 maggio 1880 muore improvvisamente di un colpo apoplettico, Gustave Flaubert, considerato uno dei più grandi scrittori francesi, il cui lavoro rappresentò una svolta nella produzione romanzesca tradizionale, aprendo la strada alla modernità.
Gustave Flaubert nacque il 12 dicembre 1821, a Rouen, in Francia. Fin da giovane, mostrò un forte interesse per la letteratura e a soli dieci anni, scrisse e mise in scena delle brevi commedie per la sua famiglia. Presto, Flaubert si rese conto della sua vocazione di scrittore e dopo aver scritto numerosi racconti, tra cui alcuni fantastici, filosofici e storici, fortemente ispirati dal romanticismo nero, i suoi scritti divennero sempre più autobiografici con opere come Memoria di un pazzo (1838, pubblicato nel 1900) e Novembre (1842). Inizialmente, si trasferì a Parigi per studiare diritto, ma capì presto che non era la sua strada e si avvicinò agli ambienti artistici, stringendo amicizia con Victor Hugo.
Nel 1844, Flaubert fu colpito da una prima crisi nervosa e si ritirò nella sua proprietà di Croisset, vicino a Rouen, dove decise di dedicarsi definitivamente alla letteratura. Con una metafora che lo descrive come un “bœuf de labour” (bue da lavoro), Flaubert passava le sue giornate a scrivere e conduceva una vita solitaria. Nel gennaio 1846, la morte improvvisa di suo padre e di sua sorella Caroline furono momenti difficili della sua vita. In agosto dello stesso anno, Flaubert incontrò la scrittrice Louise Colet, con cui intrattenne una relazione tumultuosa che si riflette nella loro corrispondenza nutrita fino al 1854.
Nel 1848-49 scrisse La tentazione di Sant’Antonio e nel 1857 Madame Bovary lo portò alla celebrità negli ambienti letterari, dopo un processo dal quale uscì vincitore.
Flaubert ottenne un notevole successo con il romanzo storico Salammbô, che fa rivivere la Cartagine di Annibale nel 1862, ma l’Educazione sentimentale (1869) si rivelò un fallimento amaro per lo scrittore, avendo lavorato duramente nella stesura dell’opera.
Nel 1872, Flaubert fu colpito dalla tristezza a causa della morte di sua madre e di molti amici, tra cui Jules Duplan, Louise Colet e George Sand. La malattia lo colpì di nuovo e si trovò in difficoltà finanziarie. Fortunatamente, gli scrittori della nuova generazione, come il giovane “figlioccio” e discepolo Guy de Maupassant e Emile Zola, lo riconobbero come il loro maestro e applaudirono la penultima opera, Tre racconti, come un capolavoro nel 1877. L’elaborazione di Tre racconti fu soltanto una parentesi nella stesura dell’ultimo romanzo satirico incompiuto di Flaubert, Bouvard e Pécuchet, che ossessionò lo scrittore per otto anni della sua vita.