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Ray Douglas Bradbury muore il 5 giugno 2012 a Los Angeles, aveva 91 anni. E’ stato uno scrittore di fantascienza, famoso per il suo romanzo Fahrenheit 451. Molto prolifico con più di quattrocento racconti e oltre cinquanta libri, è stato non solo uno degli scrittori più tradotti del Novecento.
Ray Douglas Bradbury nasce a Waukegan, nell’Illinois, il 22 agosto del 1920. Nel 1926 Ray si sposta con il resto della famiglia a Tucson, in Arizona; a undici anni comincia a scrivere i suoi primi racconti. Nel 1934 i Bradbury si spostano a Los Angeles.
Nei primi anni della giovinezza si dedica alla scrittura delle sue prime storie horror, nel tentativo di imitare uno dei suoi autori preferiti, Edgar Allan Poe; si appassiona, inoltre, alle opere di Edgar Rice Burroughs e di Jules Verne.
Nel 1950 raccoglie le sue storie in un’antologia, Cronache marziane, che gli porterà fama internazionale. Un anno dopo scriverà il romanzo più noto Fahrenheit 451, pubblicato in Italia come Gli anni del rogo e poi come Gli anni della Fenice.
Gli anni Cinquanta si rivelano particolarmente prolifici per Ray Bradbury: al 1953 risale “Le auree mele del sole” (“The Golden Apples of the Sun”), mentre di due anni più tardi è “Paese d’ottobre” (“The October Country”).
Il 24 maggio del 1956, a testimonianza della popolarità raggiunta, l’autore americano appare in una puntata (la trentacinquesima della sesta stagione) del famoso quiz “You Bet Your Life”, condotto da Groucho Marx. Nello stesso anno, si occupa di redigere la sceneggiatura di “Moby Dick”, film diretto da John Huston e tratto dal romanzo omonimo di Herman Melville. Tra il 1957 e il 1959, invece, vedono la luce “L’estate incantata” (“Dandelion Wine”) e l’antologia “La fine del principio” (“A Medicine for Melancholy”).
la penna dello scrittore americano si conferma sempre produttiva: tra il 1983 e il 1985 vengono pubblicati “Dinosauri” (“Dinosaur Tales”), “34 Racconti” e “Morte a Venice” (“Death is a Lonely Business”). Nella seconda metà degli anni Ottanta, Bradbury dà alle stampe “Omicidi di annata”, “Lo Zen nell’arte della scrittura” (“Zen in the Art of Writing”) e “Viaggiatore nel tempo” (“The Toynbee Convector”), prima di scrivere “La follia è una bara di cristallo” (“A Graveyard for Lunatics”).
In seguito, si dedica a “Verdi ombre, balena bianca” (“Green Shadow, White Whale”) e a “I fiori di Marte” (“Quicker than the Eye”).
Pur avendo sempre impedito la pubblicazione digitale delle sue opere, nel 2011 acconsente alla pubblicazione di “Fahrenheit 451” in formato elettronico.