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Hans Christian Andersen morì il 4 agosto 1875 e fu sepolto, con tutti gli gli onori, a Copenaghen. E’ stato uno scrittore, un poeta e un drammaturgo danese ed è passato alla storia per le sue fiabe senza tempo. I manoscritti ed altri reperti originali di Hans Christian Andersen sono ora conservati nella H.C. Andersen Hus di Odense, il museo ufficiale dedicato allo scrittore.
Hans Christian Andersen nacque il 2 aprile 1805 a Odense, nell’isola danese di Fionia, figlio di un ciabattino e di una lavandaia. Il padre morì quando lo scrittore era ancora piccolo, lasciando la famiglia in assoluta miseria. La città di provincia li darà una serie di stimoli che gli furono utili per la sua successiva produzione letteraria: le abitudini popolari e le superstizioni ormai sconosciute a Copenaghen, i vecchi racconti ascoltati dalle anziane donne dell’ospizio e il locale teatro, l’unico di tutta la Danimarca che non fosse nella capitale danese.
Nel 1819, a soli quattordici anni, parte per Copenaghen con l’intento di diventare un artista. Dopo vari tentativi, approda con grandi difficoltà alla scrittura. Grazie all’interessamento di Jonas Collin, direttore del Teatro reale di Copenaghen, Andersen riesce a dotarsi di un’istruzione di base e poi a compiere viaggi in tutta Europa e la Germania, in particolare, divenne la sua seconda casa. Anche l’Italia fu molto importante per Hans Christian Andersen: ci venne quattro volte, si recò a Firenze, Roma, Napoli, Capri, Milano e Venezia, e dove l’autore conobbe briganti e mendicanti, vide il carnevale romano, avvicinò pittori e scultori nordici e tedeschi, visitò le catacombe, ascoltò le serenate notturne, rimanendo profondamente affascinato dall’arte e dalla natura italiane. Soggiornando per lunghi periodi e proprio dalle esperienze del suo primo viaggio nella penisola, avvenuto nel 1833-34, trasse lo spunto per scrivere il romanzo L’improvvisatore, che gli diede notorietà internazionale.
In totale Andersen fece 29 viaggi all’estero, trascorrendo più di 9 anni della sua vita fuori della Danimarca.
Andersen conobbe e frequentò molte persone famose della sua epoca, come gli scrittori Dumas, padre e figlio, Victor Hugo, Charles Dickens e i fratelli Grimm, il filosofo Søren Kierkegaard, lo scultore Bertel Thorvaldsen, i musicisti Franz Liszt, Felix Mendelssohn-Bartholdy e Robert Schumann e la cantante lirica Jenny Lind.
Durante l’intero corso della sua vita l’autore e poeta danese Hans Christian Andersen ha scritto un totale di 156 fiabe, uscite in volume tra il 1835 e il 1872 e tradotte in più di 80 lingue.
Il nome di Hans Christian Andersen è stato consegnato alla storia della letteratura mondiale soprattutto grazie alla sua produzione di fiabe, di fatto immortali: tra i titoli più noti vi sono La principessa sul pisello, L’Acciarino Magico (1835), La sirenetta (1837), I vestiti nuovi dell’Imperatore (1837-1838), Il brutto anatroccolo, La piccola fiammiferaia, Il soldatino di stagno (1845), La regina delle nevi (1844-1846).
Nelle sue opere si riflettono le esperienze e le difficoltà della sua vita: il suo aspetto fisico sgraziato che gli aveva reso difficile il rapporto con i suoi coetanei (per es. nella novella Il brutto anatroccolo); la sua estrema povertà (La piccola fiammiferaia), ma anche la fortuna di aver avuto un padre lettore vorace e fantasioso (I fiori della piccola Ida).
Hans Christian Andersen è ancora oggi, un punto di riferimento, in particolare verso la letteratura per i più giovani. Il giorno del suo compleanno (il 2 aprile) viene celebrato nel mondo con la Giornata internazionale del libro per bambini. Sono dedicati diversi premi del settore della letteratura per ragazzi, in Italia, il Premio H.C. Andersen.