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Kenzaburō Ōe è uno scrittore giapponese nato il 31 gennaio 1935, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1994. Considerato a lungo uno degli scrittori più scomodi, sia per il suo rifiuto di una prosa convenzionale sia per i ripetuti attacchi al sistema politico ed economico giapponese. La ricchezza immaginativa, la polivalenza del linguaggio, il carattere sperimentale sono gli aspetti più significativi della sua opera, in cui è evidente una profonda assimilazione della cultura occidentale. Oltre a numerosi altri riconoscimenti tra cui il premio Europalia e il premio Mondello.
Sempre presente nella vita pubblica, ha fatto sua la campagna contro l’energia nucleare. A ventidue anni ha vinto il premio Akugatawa per il racconto Animale d’allevamento. Nel 1961 scrisse Seebuntiin in cui descriveva l’ambiente del fanatico estremismo nazionalista di destra. Nel 1963 nacque il suo primo figlio Hikari (Luce), affetto da una gravissima lesione cerebrale. Quest’esperienza lasciò una traccia profonda nella sua opera. Con Un’esperienza personale (1964) Ōe descrive la vicenda di un padre che rifiuta la menomazione del figlio e pensa di ucciderlo. Il libro è un atto d’accusa contro i pregiudizi sociali nei confronti dell’handicap.
Nel 1967 vinse il premio Tanizaki con Il grido silenzioso, mentre nel 1996 il Premio Grinzane Cavour. Tra le altre sue opere ricordiamo: Il salto mortale (Garzanti 2006), Insegnaci a superare la nostra pazzia (Garzanti 2009), La vergine eterna (Garzanti 2011), L’eco del paradiso (Garzanti 2015) e La foresta d’acqua (Garzanti 2019).
I suoi numerosi scritti sono stati tradotti in diverse lingue, tra cui inglese, francese, tedesco, russo, cinese, italiano e spagnolo.
È venuto a mancare all’età di 88 anni nelle prime ore del 3 marzo 2023. La notizia del suo decesso è stata comunicata dalla famiglia solo il 13 marzo, permettendo così di celebrare in modo privato il funerale.