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Paul Johann Ludwig von Heyse morì a Monaco il 2 aprile del 1914 di polmonite: nel 1900 aveva pubblicato la sua autobiografia “Ricordi di gioventù e confessioni “, così popolare da raggiungere nel 1912 la sua V edizione. E’ stato uno dei più grandi autori tedeschi.
Paul Johann Ludwig von Heyse era nato a Berlino il 15 marzo del 1830, figlio del noto filologo Karl Wilhelm Ludwig Heyse e di Julie Saaling, figlia di un ricco gioielliere di origini ebraiche e parente del grande esecutore-compositore Felix Mendelssohn. La loro casa era un vero e proprio salotto letterario (frequentato da artisti e scrittori) e il poeta e storico dell’arte Franz Theodor Kugler divenne il mentore del giovane Paul che condusse i suoi studi presso le università di Berlino e Bonn, ove sotto la guida dello studioso di poesia trovadorica Friedrich Christian Diez (1794-1876) si dedicò allo studio delle lingue classiche e di quella romanza.
Ancora studente pubblicò il primo poema “L’inizio della primavera 1848 (Frühlingsanfang 1848)” – scritto in occasione degli episodi rivoluzionari del 1848 – e la raccolta di novelle “La fonte di giovinezza (Der Jungbrunnen)”, ma il vero successo ebbe inizio nel 1850 con la tragedia in cinque atti “Francesca da Rimini (Franzeska von Rimini)”, in cui compariva l’ambiente italiano che sarà spesso presente in tutta la sua opera. Dopo aver conseguito il dottorato nel 1852 – anno in cui uscirono le novelle in versi “I Fratelli (Die Brüder)” e “Urica” – , grazie ad una borsa di studio, andò in Italia (vi rimase per un anno) ove incominciò ad amare l’Italia e a tradurre gli autori italiani (da Parini all’Alfieri, da Foscolo a Monti, da Manzoni a Giusti, da Belli a Carducci); ma amò soprattutto Leopardi in onore del quale scrisse “Nerina. Il romanzo del segreto amore di Leopardi (Der verlorene Sohn, Nerina)”, inclusa nelle “Novellen, Auswahl fürs Haus (Novelle. Scelta per la casa)”, pubblicate in 3 volumi nel 1890.
Nel 1868 curò l’edizione di una “Antologia dei moderni poeti italiani“. Nel 1854 si stabilì a Monaco, chiamatovi da Massimiliano II di Baviera che lo nominò professore onorario e gli offrì una lauta pensione, consentendogli di dedicarsi a tempo pieno alla letteratura; vi rinunciò per protesta nel 1868, quando Ludwig II (il successore di Massimiliano) tolse la pensione all’amico poeta Emanuel Geibel (1815-1884) a causa delle sue “poesie politiche”. Von Heyse fu abilissimo nella stesura di storie brevi, nelle quali con vivace fantasia e con acuta capacità di indagine dei problemi dell’inconscio – in forma concisa e con stile raffinato – delineava intensi ritratti psicologici; ne scrisse oltre 100, molte delle quali di ambiente italiano. Questi racconti furono raccolti in “Novellen” (1850) che conteneva la celeberrima “L’arrabbiata” (1855) (storia d’amore ambientata in Italia), “Neue Novellen” (1858), “Vier Neue Novellen” (1859), “Neue Novellen” (1862), “Meraner Novellen” (1864), “Das Ding an sich und andere Novellen” (1878), “Troubadour-Novellen” (1882), “Das Buch der Freundschaft” (1883), “Villa Falconieri und andere Novellen” (1888) e “Novellen vom Gardasee” (1902). Tra le storie più note (tradotte e conosciute anche in Italia) sono da ricordare: “Figlia di Maria” (1892), “Un matrimonio a Capri” (1896) e “L’imperatrice di Spinetta” pubblicato postumo nel 1981. Raggiunse la fama con i romanzi in 3 volumi “I figli del mondo” (1873) e “In paradiso (1875), ai quali seguirono “Merlin” (1892) e “La nascita di Venere” (1909). Oltre alle novelle e ai romanzi, scrisse anche numerose poesie di grande preziosità formale, tra le quali sono da ricordare il poema “Thekla” (1858) e la raccolta “Verse aus Italien” (1880). Compose pure 60 drammi (prevalentemente tragedie), raccolti in più di 27 volumi, tra i quali sono da ricordare: “Le sabine (Die Sabinerinnen)” (1859), “Maria Moroni” (1863), “Hadrian” (1865), “Le nozze sull’Aventino (Die Hochzeit auf dem Aventin)” (1866), “Hans Lange” (1866), ” La dea della ragione (Die Göttin der Vernunft)” (1870), “Elfride” (1877), “Alkibiades” (1880), ” La fine di Don Giovanni (Don Juans Ende)” (1883), “La saggezza di Salomone (Der Weisheit Salomos)” (1887), “Maria Maddalena (Maria von Magdala)” (1889), “I fratelli cattivi (Die Schlimmen Brüder)” (1891) e “La santa (Der Heilige)” (1902).
Nelle poesie e nei drammi – che nel 1884 gli valsero il Premio Schiller – von Heyse, però, non fu sempre profondo ed efficace, risultando talora persino freddo e noioso. A capo del circolo “Krokodil” dei poeti estetizzanti di Monaco (che prediligevano l’arte antica e coltivavano il culto per il bello stile e le forme classicheggianti) e membro della Società di Poesia “Tunnel über der Spree”, divenne ben presto uno degli scrittori tedeschi più stimati ed influenti.
Von Heyse rimase a Monaco per il resto della sua vita (anche se aveva l’abitudine di trascorrere i mesi invernali presso Gardone sul Lago di Garda), insieme con la prima moglie Margaret Kubler e – dopo la sua morte avvenuta nel 1862 – con la seconda moglie Anna Schubart, sposata nel 1866.