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Il 29 novembre 1902 nasce a Torino il pittore, scrittore, medico e giornalista Carlo Levi.
Tra i più importanti narratori del Novecento italiano, è noto soprattutto per il romanzo Cristo si è fermato a Eboli, che lo rese uno dei maggiori portavoce della questione meridionale nel secondo dopoguerra.
Sin da bambino, dai primi anni di scuola, fu affascinato dall’arte di dipingere. Una passione che lo accompagnerà per tutta la vita, al Liceo, e durante e dopo l’Università .
Nel 1924 consegue la laurea in Medicina presso l’Università di Torino.
Nel 1923, inoltre, va per la prima volta a Parigi, Viene a conoscenza, in quel periodo, delle opere dei Fauves, di Chaïm Soutine e di Amedeo Modigliani. Da qui in poi, comincerà a nascere un sentimento di ribellione dall’oppressione fascista e l’incitamento alla cultura.
Abbandona presto l’idea di esercitare la professione di medico , per seguire le inclinazioni legate all’arte e alla scrittura.
Le prime opere Il Ritratto del Padre ed Il Levigato nudo di Arcadia gli consentono di partecipare alla Biennale di Venezia del 1924.
Continua a frequentare la Scuola Pittorica di Parigi , e quello stile influenzerà moltissimo l’artista torinese. Raggiungerà , infine, l’apice dell’ispirazione con la conoscenza nel 1929 di Modigliani e dei suoi affascinanti dipinti.
In breve Levi entra a far parte del Movimento Pittorico piemontese chiamato “I Sei Pittori di Torino”. Grazie a tale associazione, sarà in grado di esporre le proprie opere in giro tra paesi italiani e altri paesi europei.
Per Carlo Levi la pittura è l’espressione della libertà . Al contrario della retorica arte del tempo, sotto la supervisione del regime fascista. E’ il 1930 quando il pittore torinese entra a far parte del movimento antifascista “Giustizia e Libertà ”. Per ovvi motivi viene arrestato più volte:
Arriva, difatti, prima a Grassano, , e successivamente ad Aliano, due piccoli centri in provincia di Matera.
L’esperienza in Basilicata, tra l’altro, ispira l’artista Carlo Levi nel comporre il famoso romanzo storico Cristo si è fermato ad Eboli, ambientato alla vita tra i rioni e le antiche case nei Sassi di Matera e del sud Italia.
Insieme con altre opere realizzate in quel periodo come il quadro Lucania ’61 , custodito nel Museo di Palazzo Lanfranchi a Matera.
Oltre ad altri scritti, tra cui: le poesie il Bosco di Eva, L’Invenzione della Verità , L’Imitazione dell’Eterno.
Nel 1936 il governo di Mussolini gli concede, finalmente, la Grazia. Così Levi tornato a Torino si trasferisce in Francia, , dove proseguirà la attività politica.
Ritornato in Italia nel 1943 prende parte insieme ad altri azionisti al comitato di Liberazione della Toscana, La Nazione del Popolo.
Dopo la guerra Levi continua la professione giornalistica, come direttore della rivista Italia Libera. Stringe, nel frattempo, collaborazioni con altri quotidiani nazionali come la Stampa di Torino.
Iscritto al Partito Comunista Italiano diviene, in seguito, senatore per due legislature.
Carlo Levi, tra l’altro, fu autore di numerose opere durante la sua carriera artistica e letteraria. Produsse, infatti, una serie di scritti sui temi politici del tempo:
Nel 1973 fa un’operazione agli occhi per il distacco della retina. E durante i giorni di convalescenza, pur senza poter vedere, scrive il Quaderno a Cancelli e realizza più di 140 disegni.
Carlo Levi muore a Roma il 4 gennaio del 1975  , ma per sua volontà viene sepolto ad Aliano, mantenendo la promessa fatta agli abitanti del piccolo borgo lucano. Una moltitudine di turisti, ancora oggi, visita la tomba di Carlo Levi. Quando arrivi nei pressi del cimitero puoi ancora osservare i sassi apposti sulla lapide, al posto dei fiori, come vuole la tradizione ebraica.