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Margherita Hack, una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana contemporanea, è conosciuta a livello mondiale per i suoi importanti studi nell’ambito dell’astrofisica. È stata la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia e ha svolto un ruolo significativo nella divulgazione scientifica, contribuendo in modo sostanziale alla ricerca nello studio e nella classificazione spettrale di diverse categorie di stelle.
Nata il 12 giugno 1922 a Firenze, Margherita Hack proveniva da una famiglia con background religioso misto. Suo padre era di fede protestante e sua madre di fede cattolica. Entrambi i genitori, insoddisfatti delle rispettive religioni, si unirono alla Società Teosofica, di cui suo padre fu segretario per un certo periodo. La Società Teosofica è una filosofia indiana fortemente influenzata dal Buddismo, che promuove il rispetto per tutti gli esseri viventi. Non imposero mai una fede religiosa alla figlia, che nel corso della sua vita ebbe l’opportunità di formarsi una propria opinione in merito.
A Firenze, Margherita Hack frequentò il liceo, anche se non ebbe l’opportunità di sostenere l’esame di maturità a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Durante l’adolescenza, si distinse come un’atleta eccezionale, diventando campionessa di salto in alto e salto in lungo, e giocando anche a pallacanestro.
Successivamente, si iscrisse alla facoltà di fisica all’università di Firenze, dove conseguì la laurea con una tesi di astrofisica sulle Cefeidi. Questa classe di stelle, che variano nella loro luminosità , è stata utilizzata per misurare le distanze cosmiche fino a diverse decine di milioni di anni luce. Inizialmente, Margherita avrebbe dovuto specializzarsi in elettrostatica, ma trovava l’argomento piuttosto noioso e decise di chiedere di svolgere una tesi in astronomia.
Dopo aver conseguito la laurea, Margherita Hack svolse il suo lavoro di ricerca presso l’Osservatorio astronomico di Arcetri, dove si dedicò allo studio della spettroscopia stellare, che sarebbe diventata il suo principale campo di indagine. La presenza dell’eredità di Galileo Galilei ad Arcetri ebbe un’enorme influenza sulla sua attività di studio, un fatto che Margherita stessa riconobbe successivamente.
Nel 1944, Margherita sposò Aldo De Rosa, che aveva conosciuto da giovane in un parco di Firenze. I due rimasero marito e moglie per oltre settant’anni, condividendo una vita insieme.
Successivamente, nel 1954, Margherita si trasferì all’Osservatorio di Merate, una filiale dell’illustre Osservatorio di Brera. Nel 1964, si trasferì a Trieste, dove iniziò a dedicarsi alla radioastronomia, lo studio delle stelle utilizzando le onde radio.
Durante lo stesso periodo, Margherita Hack tenne corsi di astrofisica e radioastronomia presso l’Istituto di Fisica dell’Università di Milano. Iniziò a collaborare con università straniere come ricercatrice ospite e, accompagnata dal marito che la seguiva in ogni spostamento, collaborò con istituzioni come l’Università di Berkeley in California, l’Institute for Advanced Study a Princeton nel New Jersey, l’Institut d’Astrophysique a Parigi in Francia, gli Osservatori di Utrecht e Groningen nei Paesi Bassi, e l’Università di Città del Messico. Durante questi periodi di collaborazione, pubblicò oltre 250 articoli originali su riviste internazionali. Il suo trattato “Stellar Spectroscopy”, scritto a Berkeley nel 1959 in collaborazione con Otto Struve, è ancora oggi considerato un testo fondamentale nel campo.
Durante il suo periodo all’Università di Trieste, Margherita Hack diede un enorme impulso alle attività didattiche e di ricerca. Nel 1980 fondò l'”Istituto di Astronomia”, che successivamente nel 1985 divenne il “Dipartimento di Astronomia”. Margherita Hack ne fu direttrice fino al 1990, diventando così la prima donna in Italia a dirigere un osservatorio astronomico. Durante questo periodo, stabilì una stretta collaborazione con la sezione di astrofisica della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) a Trieste.
Oltre alla sua attività accademica, Margherita Hack si dedicò con successo alla divulgazione scientifica. Diventò una figura di spicco nella divulgazione scientifica in Italia, con pubblicazioni rivolte al grande pubblico, partecipazioni a conferenze e apparizioni televisive. Collaborò con numerosi giornali e periodici specializzati e nel 1978 fondò la rivista bimensile “L’Astronomia”. In seguito, diresse anche la rivista di divulgazione scientifica e cultura astronomica “Le Stelle”.
Margherita Hack ci ha lasciati il 29 giugno 2013 a Trieste, dopo una settimana di ricovero in ospedale. La sua eredità come brillante scienziata e appassionata divulgatrice scientifica rimane un punto di riferimento nella comunità scientifica italiana.