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28 marzo: Virginia Woolf
Il 28 marzo 1941 Virginia Woolf decide di porre fine alla sua esistenza, suicidandosi per annegamento nel fiume Ouse, non lontano dalla sua abitazione aveva 59 anni. I disturbi mentali tormentano la scrittrice che era sempre sopraffatta da crisi di ansia e insicurezza. La Seconda Guerra Mondiale peggiorò le sue paure, camminando per le strade di Londra distrutte dalla guerra, vedeva la disintegrazione del mondo che la circondava, inoltre cominciava a sentire voci nella sua testa e temendo di impazzire scelse l’unica strada possibile per lei: la “morte per acqua” (death by water).
Virginia Woolf nacque a Londra il 25 gennaio del 1882 in una famiglia benestante. Suo padre, Leslie Stephen, era un famoso critico letterario e filosofo dell’epoca vittoriana. Virginia fu allevata in un’atmosfera colta, infatti, la casa dei suoi genitori era frequentata da famosi scrittori del tempo quali Henry James e Thomas Hardy. La scrittrice frequentò alcuni corsi al King’s College di Londra, ma studiò soprattutto a casa, dove aveva a disposizione l’enorme biblioteca paterna. La famiglia Stephen trascorreva le estati con parenti e amici a St. Ives in Cornovaglia, dove possedevano una casa, Talland House. Virginia e la sorella Vanessa vengono istruite in casa, mentre i fratelli maschi studiano a scuola e presso l’università di Cambridge. Nella sua giovinezza Virginia è vittima di due gravi episodi che la turbano nel profondo, segnandola inesorabilmente per il resto della sua vita: la tentata violenza sessuale da parte di uno dei suoi fratellastri nel 1888 e la morte della madre avvenuta nel 1895, con cui aveva stabilito un legame affettivo molto forte. Virginia adorava l’oceano, il rumore delle onde, e il mare e la casa furono i temi fondamentali di romanzi importanti quali Jacob’s Room (La Stanza di Jacob – 1922), To the Lighthouse (Gita al Faro – 1927) e The Waves (Le Onde – 1931).
Dopo la morte di sua madre, Virginia attraversò un lungo periodo di depressione e cominciò a mostrare i primi segni della malattia mentale che caratterizzò tutta la sua vita. In questi anni trascorreva molto tempo nella biblioteca paterna leggendo e scrivendo articoli e saggi e allo stesso tempo cominciò a sviluppare una relazione conflittuale col padre a causa del suo carattere autoritario e tirannico.
La giovane Virginia Stephen a poco più di venti anni diventa una scrittrice molto stimata, che collabora con il Times Litterary Supplement e che insegna storia nel Collegio di Morley.
Nel 1904 muore il padre. La scrittrice inglese è libera di manifestare tutto il suo estro creativo nella sua attività. Insieme al fratello Thoby e alla sorella Vanessa lascia la casa natale per trasferirsi nel quartiere di Bloomsbury. In quell’anno Virginia prende parte così alla fondazione del Bloomsbury set, un gruppo di intellettuali che domineranno la vita culturale inglese per circa un trentennio. Gli incontri tra gli intellettuali inglesi si tengono ogni giovedì sera: si discute di politica, arte e storia. In questi anni dà ripetizioni alle operaie la sera, in un collegio di periferia e milita nei gruppi delle suffragette.
Nel 1912 sposa Leonard Woolf, teorico politico. Nonostante la sua grandezza letteraria e la stesura del suo primo racconto, “The Voyage Out”, Virginia Woolf continua ad avere numerose crisi psichiche; è colpita da una grande depressione da cui fatica a riprendersi. Ciò la porta anche a un tentativo di suicidio.
Tre anni dopo la scrittrice realizza il brillante romanzo “La crociera“, legato alla tradizione letteraria ottocentesca e alle innumerevoli letture illuministiche fatte in giovinezza nella biblioteca paterna. Nel 1917, insieme al marito Leonard, apre la casa editrice Hogarth Press con cui pubblica le opere di nuovi talenti letterari come Katherine Mansfield e T. S. Eliot.
Due anni dopo Virginia Woolf scrive e pubblica prima il romanzo “Kew Gardens” e successivamente “Notte e giorno“; quest’ultima opera viene accolta con grande entusiasmo dalla critica letteraria londinese.
Nel 1925 realizza uno dei suoi principali capolavori letterari, “La signora Dalloway“; il libro racconta la storia di Clarissa Dalloway, una donna che cerca di realizzare una festa. Parallelamente è raccontata la vicenda di Septimus Warren Smith, un reduce della prima guerra mondiale, molto provato psicologicamente.
Nel 1927 scrive “Gita al faro“, considerato dalla critica come uno dei romanzi più belli di Virginia Woolf. Gita al faro sembra l’autobiografia della romanziera. Infatti, i sette protagonisti del libro sembrano rappresentare Virginia e i suoi fratelli alle prese con le vicende quotidiane.
Un anno dopo realizza “l’Orlando“, in cui si narra la storia di Victoria Sackville-West, una scrittrice con cui Virginia ebbe una relazione intensa. Questo romanzo, ambientato nell’epoca elisabettiana, segue la vita del protagonista Orlando, che reca sia tratti femminili sia maschili, dal XVI al XX secolo. In questo periodo l’autrice milita nel movimento femminista inglese, battendosi per il suffragio femminile. Nel 1929 scrive il romanzo “Una stanza per sé” in cui analizza la discriminazione femminile attraverso il personaggio, da lei ideato, Judith. Questa, nel ruolo della sorella di William Shakespeare, è una donna dotata di grandi capacità che vengono però limitate dal pregiudizio dell’epoca.
Virginia Woolf, come James Joyce e altri suoi contemporanei, adottò le nuove tecniche narrative che caratterizzarono i primi decenni del XX secolo. La scrittrice era convinta che la narrazione degli eventi in ordine cronologico fosse ormai un modo superficiale e imperfetto per presentare la vita. Virginia Woolf era interessata a dare voce al mondo interiore dell’uomo, la cui coscienza era concepita come un flusso continuo di emozioni e impressioni.
L’attività letteraria di Virginia Woolf prosegue tra il 1931 e il 1938, con la stesura dell’opera “The Waves” (Le onde), seguita da “The Years” (Gli anni) e “Le tre ghinee”; in quest’ultimo racconto descrive la figura dominante dell’uomo nella storia contemporanea. L’opera segue una struttura epistolare in cui la Woolf dà risposte in merito ad argomenti politici, etici e culturali. Nel libro inoltre viene affrontato il tema della guerra. L’ultima opera realizzata e pubblicata da Virginia Woolf, scritta nel corso del secondo conflitto mondiale, si intitola “Tra un atto e l’altro“.