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28 marzo: Mario Vargas LLosa
Jorge Mario Pedro Vargas Llosa nasce il 28 marzo 1936 a Arquipa (Perù), cresciuto in Bolivia fino ai dieci anni, dopo la riconciliazione dei genitori torna a vivere in Perù. Ma il rapporto col padre è conflittuale e il futuro scrittore finisce in un collegio militare. La letteratura diventa un’evasione che lo accompagnerà per tutti gli anni universitari.
Studia prima a Lima per poi trasferirsi a Madrid e lì concludere il percorso universitario.
Come molti intellettuali del suo tempo è però inesorabilmente attratto da Parigi, vero centro nevralgico di tutto ciò che di importante stava capitando in ambito artistico (e non solo) nei brillanti fine anni cinquanta. Nel frattempo, aveva sposato una zia acquisita di parecchi anni più vecchia di lui. Gli anni Parigini segneranno profondamente la personalità dello scrittore, colorando la sua vena narrativa di tradizioni e disincanto europeo, tanto che Vargas Llosa non si è mai di fatto allineato a certi stilemi consunti e talvolta stereotipati della narrativa sudamericana, plasmata per molto tempo dal modello marqueziano. Basti dire che proprio nella capitale francese ha modo di frequentare un intellettuale del calibro di Sartre, diventandone amico e difendendone le idee, tanto che i suoi amici lo soprannominarono “Il piccolo valoroso Sartre”.
Collabora con vari giornali e nel ’63 scrive La città e i cani, che in Europa ottiene un successo enorme ma in Perù viene bruciato in piazza, perché considerato dissacrante. Due anni dopo pubblica La casa verde, un altro romanzo destinato a essere tradotto in venti lingue. Come del resto la trentina di romanzi successivi, cui si aggiungono testi per il teatro e il cinema, saggi, articoli politici su giornali e riviste. In questi anni conosce anche Gabriel Garcia Marquez e si avvicina alla rivoluzione cubana, mantenendone però una posizione critica.
Ormai è lanciato sul mercato editoriale e viene insignito di svariati riconoscimenti tra cui il Premio nazionale del romanzo del Perù, il Premio Ritz Parigi Hemingway, il Premio Principe di Asturias e molti altri. La sua opera si compone nel complesso non solo di romanzi ma è da sempre sensibile ad altre forme letterarie: il cinema, il teatro, la saggistica oltre che dalla sempre intensa attività giornalistica.
Anche i suoi impegni pubblici si infittiscono, tiene conferenze nelle università di tutto il mondo e ottiene cariche importanti, tra cui quella di presidente del Pen Club International. Accetta anche la cattedra di Simon Bolivar all’Università di Cambridge dove tiene corsi di letteratura.
Malgrado risieda in Europa, nel 1990 concorre alle elezioni presidenziali in Perù, ma viene sconfitto da Alberto Fujimori. Nel ’96 è tra i fondatori della Fondazione Hispano Cubana un organismo che si propone di mantenere, rafforzare e sviluppare i vincoli che da oltre 500 anni esistono tra il popolo cubano e il popolo spagnolo.
Vargas Llosa abita a Londra, città da dove diffonde i suoi sempre acuti ed interessanti articoli sui più disparati argomenti.
Nel 2010 riceve il Premio Nobel per la Letteratura per “la propria cartografia delle strutture del potere e per la sua immagine della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell’individuo“.
Dell’imponente produzione letteraria di Mario Vargas Llosa segnaliamo alcune opere tradotte in italiano: