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Brodskij è morto il 26 gennaio 1996 a New York e, per desiderio della moglie, sepolto nel cimitero dell’isola di San Michele a Venezia.
Iosif Aleksandrovič Brodskij nasce il 24 maggio del 1940 nell’allora Leningrado, oggi San Pietroburgo. E’ stato un poeta e scrittore russo, Premio Nobel per la letteratura nel 1987.
Uno dei suoi più noti saggi Fondamenta degli incurabili (1989) l’ha dedicato alla città di Venezia.
“Il pizzo verticale delle facciate veneziane è il più bel disegno che il tempo-alias-acqua abbia lasciato sulla terraferma, in qualsiasi parte del globo. In più esiste indubbiamente una corrispondenza – se non un nesso esplicito – tra la natura rettangolare delle forme di quel pizzo – ossia degli edifici veneziani – e l’anarchia dell’acqua, che disdegna la nozione di forma. È come se lo spazio, consapevole – qui più che in qualsiasi altro luogo – della propria inferiorità rispetto al tempo, gli rispondesse con l’unica proprietà che il tempo non possiede: con la bellezza.” dal saggio Fondamenta degli incurabili (1989)
A 16 anni, sentendo una forte insofferenza verso la scuola, decide di abbandonarla e intraprende diversi lavori in modo discontinuo, ma rimanendo sempre fedele a quella che considera la sua vera vocazione: la scrittura di versi. Studia autonomamente e sviluppa una vasta cultura linguistica, iniziando a tradurre poesie e prosa dal polacco, dal serbo..
Tuttavia, le sue poesie disturbano il potere: sono troppo intime, senza alcuna intenzione educativa e, soprattutto, che tipo di lavoro è scrivere poesia? Nel 1963, Iosif viene arrestato con l’accusa di parassitismo sociale e viene sottoposto a un processo farsa: la decisione è già stata presa, deve essere punito.
Leggendo le trascrizioni delle registrazioni del processo, diventa evidente che l’accusa, per così dire, tenta di aggrapparsi a delle scuse, portando testimoni che non solo non conoscono personalmente Iosif, ma non hanno nemmeno letto le sue opere. Nonostante ciò, viene condannato a cinque anni di lavori forzati da scontare ad Archangel’sk, una fredda città nella Russia settentrionale. Grazie all’intervento della poetessa sovietica Anna Andreevna Achmatova e degli intellettuali “liberi”, cioè quelli di fama internazionale, Iosif riuscì a ottenere due concessioni. In particolare, l’intervento di Jean-Paul Sartre, all’epoca un convinto comunista e grande amico di Mosca (una reciproca amicizia e stima), ebbe un ruolo decisivo.
Nel 1972 emigrò, raggiunse Vienna, dove fu accolto da un poeta che lui amava, Wystan Auden. Dopo Vienna, raggiunge gli Stati Uniti, si stabilì nella cittadina di Ann Arbor, nel Michigan, non lontano dal Canadà, a insegnare letteratura russa e teoria del verso. Nel 1977 divenne cittadino statunitense e si trasferì nel Massachusetts, con lo stesso incarico d’insegnante. Nel 1990 sposò la nobile italiana di origine russa Maria Sozzani (era già stato sposato con la pittrice Marianna Basmanova).
Lo scrittore è apprezzato, in generale, più come poeta che come saggista (“Fuga da Bisanzio” il suo testo più noto), ma forse l’apprezzamento eccezionale è più legato a fattori contingenti, propri della storia del poeta, e propri del periodo. Scrisse principalmente in russo, fatta eccezione per i saggi, che scrisse in inglese.
Nel 1987 riceve il Premio Nobel per la letteratura, le sue prime parole di ringraziamento furono: “Per una persona dedita alla vita privata, per uno che ha sempre preferito la sua dimensione privata a qualsiasi ruolo pubblico e che nell’esercizio di questa preferenza si è spinto piuttosto lontano – lontano dalla sua madrepatria, per non dire altro, giacché è meglio essere l’ultimo dei falliti in una democrazia che un martire o la crème de la crème in una tirannia – per un individuo simile trovarsi all’improvviso su questa tribuna è un’esperienza un poco imbarazzante e non poco impegnativa”
Non molto tempo prima di morire Brodskij coltiva l’idea di fondare un’Accademia russa a Roma. Nell’autunno del 1995 si rivolge alle autorità romane con la proposta di fondare un’Accademia in cui potessero studiare artisti, letterati e intellettuali provenienti dalla Russia. Quest’idea fu realizzata solo dopo la sua morte, nel 2000 con i fondi della borsa di studio istituita in sua memoria.