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Egli è stato un poliedrico scrittore, poeta, drammaturgo, saggista, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d’arte e critico musicale di origine tedesca.
Considerato da George Eliot, la scrittrice, “uno dei più grandi letterati tedeschi e l’ultimo uomo universale a camminare sulla terra”, Goethe è solitamente ritenuto uno dei casi più emblematici nel panorama culturale europeo. La sua attività ha spaziato dalla poesia al dramma, dalla letteratura alla teologia, dalla filosofia all’umanesimo e alle scienze. Oltre a ciò, è stato prolifico nella pittura, nella musica e nelle altre arti. Il suo magnum opus è rappresentato dal Faust, un’opera monumentale alla quale ha dedicato oltre sessant’anni di lavoro.
Goethe è stato il pioniere del concetto di Weltliteratur (letteratura mondiale), derivato dalla sua profonda conoscenza e ammirazione per i capisaldi di diverse realtà culturali nazionali come quelle inglese, francese, italiana, greca, persiana e araba. Ha esercitato una considerevole influenza anche sul pensiero filosofico del suo tempo, influenzando in particolare le speculazioni di Hegel, Schelling e, successivamente, Nietzsche.
Johann Wolfgang von Goethe nacque nel 1749 a Francoforte da una agiata famiglia borghese e la sua personalità fu profondamente segnata dalle due figure genitoriali: il padre, un consigliere imperiale, trasmise al figlio una certa puntigliosità e meticolosità mentre la madre, 23 anni più giovane del marito, stabilì col giovane Goethe un rapporto giocoso, armonioso e lo abituò ad un certo interesse religioso.
Il temperamento di Goethe fu da sempre dominato da una particolare sensibilità e socievolezza, accompagnata dalle sue potenti armi seduttive: il bisogno di affascinare e di essere affascinato era la cifra caratteristica della sua persona e a testimoniarlo ci furono gli innumerevoli amori della sua vita.
La sua infanzia e giovinezza furono estremamente particolari e affascinanti: furono gli anni in cui compose precocemente dialoghi in latino, imparò diverse lingue, frequentò assiduamente il teatro francese. Inoltre, usava iniziare le sue giornate con un curioso rituale: accendeva una fiamma, con l’aiuto di una lente che raccoglieva i primi raggi del sole, su un piccolo altare posto su dei blocchi di minerali.
Appena sedicenne partì per Lipsia dove iniziò gli studi di giurisprudenza e, insoddisfatto, decise di dare alle fiamme vari manoscritti da lui composti precedentemente. Nella città cominciò a farsi notare per la sua personalità sopra le righe e il suo vestiario stravagante.
Continuò gli studi a Strasburgo e lì conobbe il filosofo Herder che lo iniziò all’amore per Shakespeare, per l’arte gotica medievale e la poesia popolare.
Il quinquennio 1770-1775 fu segnato dall’avvicinamento al movimento dello Sturm und Drang e fu uno dei periodi più intensi e drammatici della sua vita, affiancati da una produzione poetica ricchissima. Nel 1774 compose di getto il romanzo epistolare I dolori del giovane Werther che gli assicurò un successo immediato e travolgente.
Goethe divenne in pochi mesi uno dei poeti più ammirati dai giovani tedeschi. L’esaltazione per il Goethe irrequieto culminò nel famoso viaggio sul Reno dell’estate del 1774: il poeta, con un gruppo di amici, tutti vestiti alla Werther (in giacca azzurra e pantaloni gialli) incontrò in varie città i suoi ammiratori. In quegli stessi anni compose la prima stesura del Faust, destinato a subire continue rielaborazioni fino agli ultimi giorni della sua vita.
All’età di ventisei anni Goethe accettò l’incarico di precettore presso il giovane duca della cittadina di Weimar ed in questi anni l’artista cominciò a maturare un cambiamento nel suo stile, meno dominato dal sentimentalismo straziante che l’aveva caratterizzato sino ad allora. Inoltre si dedicò allo studio di varie scienze (botanica, mineralogia, ottica) ed ebbe una intensa storia d’amore con Charlotte von Stein, la moglie di un ufficiale dal grande fascino e intelligenza, che gli ispirò numerose liriche e ballate.
Il vero momento di svolta della sua vita è segnato dal viaggio in Italia, desiderato da molto tempo e intrapreso per numerosi motivi: la volontà di allontanarsi da Charlotte e da Weimar ma, soprattutto, la voglia di trovare nuovi stimoli. Dopo aver visitato le città dell’Italia settentrionale, la Sicilia, Napoli, Goethe si stabilì a Roma e iniziò a studiare l’arte, l’architettura e la letteratura della Grecia, di Roma e del Rinascimento. Questa esperienza verrà narrata, molti anni dopo, nel Viaggio in Italia. Nella terra del sole e dell’equilibrio delle forme, Goethe compirà la sua evoluzione artistica, avvicinandosi al classicismo e ad un ideale di misura sentimentale e intellettuale.
Ma la svolta di Goethe fu accolta freddamente dai circoli letterari di Weimar, quando decise di ritornare. I contemporanei si dimostrarono incapaci di comprendere ed apprezzare il Goethe classico così diverso dal creatore del Werther. Tuttavia il poeta decise di rimanere a Weimar, motivato dalla possibilità di dirigere il teatro ducale e di potersi dedicare al meglio ai suoi studi scientifici.
Riavvicinatosi alla letteratura scrisse i suoi romanzi più noti: Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister, Le affinità elettive, Gli anni di pellegrinaggio di Wilhelm Meister e diede alla luce numerosi lavori di carattere scientifico (Teoria dei colori e Morfologia). Secondo Goethe la Natura costituiva, dunque, un Tutto di cui l’uomo era solo una manifestazione, una sua parte. E l’uomo doveva stabilire una giusta armonia tra sensibilità e ragione, un equilibrio tra gli impulsi e la volontà intellettuale. Gli studi di Goethe si rivolsero inoltre, in opposizione alla concezione scientifica allora in voga, all’osservazione di innumerevoli altri fenomeni. Elaborò una sua personale teoria dei colori, facendo derivare questi ultimi dalla contrapposizione di chiaro e scuro, cioè bianco e nero. Secondo Goethe non c’era differenza tra la scienza e l’arte in quanto entrambe, attraverso l’intuizione, si imbattono nella ricerca delle spiegazioni che si nascondono al semplice ricorso ai sensi.
Il suo interesse per la scienza lo portò a conseguire notevoli scoperte tra cui: l’esistenza dell’osso intermascellare e quella dell’origine del cranio dalla trasformazione delle vertebre.
Nel 1808 diede alle stampe, inoltre, la redazione definitiva della prima parte del Faust a cui seguì la seconda parte nel 1831, a pochi mesi dalla morte. Realizzò, infine, un’autobiografia: Poesia e verità.
È comunque certo che nulla al mondo rende l’uomo tanto necessario quanto l’amore.
Johann Wolfgang von Goethe, I dolori del giovane Werther
Il 22 marzo 1832 morì a Weimar Johann Wolfgang von Goethe all’età di ottantatré anni