Alberto Moravia è stato trovato morto in casa sua a Roma il 26 settembre 1990, aveva 82 anni.
Viene da una buona famiglia e, ancora giovanissimo, si ammala di tubercolosi alle ossa, malattia che favorisce la sua inclinazione alla scrittura.
Vive due memorabili storie d’amore: la prima con Elsa Morante e la seconda con Dacia Maraini.
Nel 1941 Alberto Moravia sposa una delle più importanti narratrici del nostro secondo dopoguerra, Elsa Morante. Sono gli anni del conflitto mondiale ed escono le raccolte di racconti L’amante infelice (1943), bloccato dalle autorità, L’epidemia (1944), ma soprattutto una delle sue opere più amate e discusse: il romanzo breve Agostino (1944), che appare in una tiratura limitata ed illustrata da due disegni di Guttuso.
L’8 settembre 1943, quando viene a sapere che il suo nome è sulla lista stilata dai nazisti delle persone da arrestare, Alberto Moravia fugge da Roma e, con Elsa Morante, si nasconde a Sant’Agata di Fondi, fin quando l’avanzata dell’esercito alleato restituisce a entrambi la libertà.
Negli anni Cinquanta, a Roma, e con il supporto di Carocci, Alberto Moravia fonda la rivista Nuovi Argomenti e si occupa della redazione insieme a Pier Paolo Pasolini ed Enzo Siciliano. Escono i Racconti romani (Premio Marzotto) e Il disprezzo. Nel 1955 pubblica su Botteghe Oscure la tragedia Beatrice Cenci e inizia a collaborare come critico cinematografico a L’Espresso.
Nel 1962 Moravia si separa definitivamente da Elsa Morante e va a vivere con un’altra scrittrice, Dacia Maraini, con cui fonda, poco dopo, la Compagnia del Porcospino nel teatro di via Belsiana a Roma.
La produzione di Alberto Moravia conosce tre diversi momenti o fasi.
Da La romana è tratto il film omonimo del 1954 diretto da Luigi Zampa, con Gina Lollobrigida nei panni di Adriana. Da La ciociara, invece, è tratto il film omonimo girato da Vittorio De Sica con Sophia Loren a interpretare il ruolo di Cesira.