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Figura di spicco nella letteratura italiana, è stata una scrittrice, saggista, poetessa e traduttrice di grande rilievo nel secondo dopoguerra. È tra le narratrici più significative di questo periodo. Nel 1957 è stata la prima donna a ricevere il prestigioso Premio Strega per il suo romanzo “L’isola di Arturo”.
Elsa Morante nasce a Roma nell’agosto del 1912. I suoi genitori biologici sono la maestra elementare di fede ebraica Irma Poggibonsi e l’impiegato postale Francesco Lo Monaco, ma alla nascita la bambina e i suoi fratelli vengono riconosciuti dal marito della madre, Augusto Morante. La sua formazione si ferma al diploma liceale, poiché la mancanza di risorse finanziarie le impedisce di frequentare l’Università, dove si era iscritta a Lettere. Nel frattempo, Elsa Morante collabora con riviste e giornali, come il “Corriere dei Piccoli” e il “Meridiano di Roma”, dove appaiono i suoi primi lavori. In queste prime prove dimostra un notevole talento letterario in brevi racconti, soprattutto per bambini.
Nel 1936 incontra Alberto Moravia, che sposerà nel 1941. Nello stesso anno pubblica il suo primo libro, “Il gioco segreto“, una raccolta di racconti. L’anno successivo scrive “Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina“, una fiaba illustrata da lei stessa. In quegli anni inizia a lavorare alle prime pagine di “Menzogna e sortilegio“, che per ora ha il titolo provvisorio “Vita di mia nonna”. La coppia Moravia-Morante si inserisce nell’ambiente artistico romano, trascorrendo il tempo con le personalità di spicco della produzione letteraria dell’epoca, da Pasolini a Bassani, da Bertolucci a Saba.
Nel 1948, grazie all’intercessione di Natalia Ginzburg, Elsa Morante pubblica con Einaudi il romanzo “Menzogna e sortilegio“, che le vale il Premio Viareggio. Collaborando con la RAI e la rivista “Il Mondo” a partire dal 1950, la Morante trova maggior agio nell’attività di scrittura, anche dal punto di vista economico. Nel 1953 scrive il racconto “Lo scialle andaluso“, successivamente incluso nella raccolta omonima di testi brevi pubblicata da Einaudi nel 1963. Nel 1957 il suo nuovo romanzo, “L’isola di Arturo“, conquista il pubblico e il Premio Strega.
L’anno successivo, Longanesi pubblica una raccolta di poesie della Morante intitolata “Alibi“. Inizia quindi un periodo caratterizzato principalmente da viaggi: Elsa Morante esplora gli Stati Uniti, il Messico, il Brasile, l’India e la Cina, talvolta in compagnia del marito e talvolta con gli amici. Nel 1962 si separa definitivamente da Moravia, affrontando una fase di depressione e turbamenti emotivi. Tuttavia, ciò non le impedisce di pubblicare nel 1968 “Il mondo salvato dai ragazzini“, una originale raccolta di canzoni e poemi indirizzati esplicitamente al pubblico adolescente, considerato dalla scrittrice “l’unico pubblico forse ancora in grado di ascoltare la voce dei poeti” durante gli anni di contestazione.
Nonostante ciò, Elsa Morante non abbandona l’impegno sociale e la creazione di opere di ampio respiro. Nel 1974 pubblica “La Storia“, un imponente affresco dell’Italia durante la guerra e la ricostruzione. Questo romanzo non adotta la prospettiva idealizzata della Storia ufficiale, ma offre uno sguardo attraverso gli occhi di Ida, una donna comune della periferia romana, e di suo figlio Useppe. Nel 1982 esce il suo ultimo romanzo, “Aracoeli“.
Tuttavia, Elsa Morante inizia a lottare con una serie di sfide fisiche. Nel 1980 subisce una frattura al femore che limita la sua mobilità. Il suo disagio si intensifica al punto che nel 1983 tenta il suicidio avvelenandosi con il gas. Dopo essere stata ricoverata in ospedale e aver subito un intervento chirurgico, muore per un infarto il 25 novembre 1985.