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Alberto Arbasino si spegne nella sua città natale, Voghera, all’età di 90 anni il giorno 22 marzo 2020.
Nasce il 22 gennaio 1930. Sempre in movimento, mai conforme. Da ragazzo dopo essersi iscritto a medicina a Pavia, Arbasino cambia idea e passa a studiare giurisprudenza alla Statale di Milano dove si laurea nel 1955 con il giurista Roberto Ago, del quale per un po’ diventa assistente. La carriera universitaria però non è così consona al suo spirito creativo. Arbasino dimostra fin da subito una cultura flessibile, impastata di studi classici e di vita vera, gli piacciono oltre ai libri il teatro e le mostre, gli scambi tra intellettuali, quello che Foscolo chiamava il Gazzettino del Bel Mondo.
L’esordio come scrittore avviene nel 1957: il suo editor è Italo Calvino. I primi racconti di Arbasino sono inizialmente pubblicati su riviste, poi saranno raccolti ne Le piccole vacanze e L’anonimo lombardo.
Grande estimatore di Carlo Emilio Gadda, Arbasino ne analizza la scrittura in varie opere: ne “L’ingegnere e i poeti: Colloquio con C. E. Gadda” (1963), ne “I nipotini dell’ingegnere 1960: anche in Sessanta posizioni” (1971), e nel saggio “Genius Loci” (1977).
All’inizio della carriera letteraria vi sono anche reportage per il settimanale “Il Mondo”, scritti da Parigi e da Londra, poi raccolti nei libri Parigi, o cara e Lettere da Londra. Arbasino ha collaborato anche per i quotidiani “Il Giorno” e “Corriere della sera”.
Dal 1975 collabora con il quotidiano “La Repubblica” per il quale settimanalmente scrive brevi lettere di denuncia contro i mali della società italiana. Nel 1977 conduce su Rai2 il programma “Match”.
L’attività politica lo vede Deputato al Parlamento italiano dal 1983 al 1987, eletto come indipendente per il Partito Repubblicano Italiano.
Non è insolito che Arbasino riveda e riscriva le proprie opere, come ad esempio il romanzo Fratelli d’Italia – il suo testo più significativo – scritto per la prima volta nel 1963 e riscritto sia nel 1976, sia nel 1993.
Tra i protagonisti del “Gruppo 63”, la produzione letteraria di Alberto Arbasino spazia dal romanzo alla saggistica (“Un paese senza”, 1980). Si considera uno scrittore espressionista, e considera “Super Eliogabalo” il suo libro più surrealista e anche quello più espressionista.
E’ anche autore di poesie (“Matinée, 1983) e sovente si è occupato di teatro; come regista ricordiamo la messa in scena della “Traviata” (1965, di Giuseppe Verdi) al Cairo e della “Carmen” di Bizet al Teatro Comunale di Bologna (1967).