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Arthur Conan Doyle nacque nel 1890 a Edimburgo in Scozia in una famiglia di origini irlandesi. E’ stato uno scrittore considerato tra i fondatori dei due generi letterari del giallo e del fantastico. Le sue opere principali sono: Le avventure di Sherlock Holmes, Il mondo perduto.
I Doyles erano una famiglia irlandese-cattolica benestante. Charles Altamont Doyle, il padre di Arthur, era un artista moderatamente di successo, ma cronico alcolizzato, che oltre a essere il padre di un figlio geniale, non aveva mai compiuto nulla di rilevante. All’età di ventidue anni, Charles aveva sposato Mary Foley, una giovane vivace e ben istruita di diciassette anni.
Mary Doyle aveva una passione per i libri ed era una maestra nell’arte di raccontare storie. Suo figlio Arthur scriveva del dono di sua madre di “abbassare la voce in un sussurro pieno d’orrore” quando arrivava al culmine di una storia. C’era poco denaro in famiglia e ancor meno armonia a causa degli eccessi e del comportamento erratico di suo padre. La toccante descrizione di Arthur dell’influenza benefica di sua madre è altrettanto commovente nella sua autobiografia: “Nella mia prima infanzia, per quanto ricordi qualcosa, le vivide storie che mi raccontava risaltano così chiaramente che offuscano i veri fatti della mia vita.”
Quando Doyle aveva nove anni, i membri più abbienti della sua famiglia si offrirono di pagare la sua istruzione e il giovane fu inviato a studiare presso il Collegio gesuita di Stonyhurst in Inghilterra. Purtroppo, l’esperienza al college non fu positiva per Doyle. Era oggetto di maltrattamenti da parte dei suoi compagni di scuola e le autorità scolastiche imponevano punizioni corporali severe agli studenti.
Compì gli studi di medicina presso l’Università di Edimburgo, dove ebbe l’opportunità di incontrare il suo mentore, il Dottor Joseph Bell. Quest’uomo straordinario, dotato di uno spiccato senso dell’osservazione e di abilità deduttive eccezionali, fu una fonte di ispirazione per Doyle e influenzò la creazione del personaggio di Sherlock Holmes.
Durante il suo terzo anno di studi di medicina, Doyle accettò l’opportunità di diventare medico di bordo su una baleniera diretta al Circolo Polare Artico. Questa straordinaria esperienza avrebbe successivamente ispirato il racconto intitolato “Captain of the Pole Star” (Il Capitano della Stella Polare), pubblicato nel 1883. Dopo il suo ritorno nel 1880, Doyle riprese gli studi universitari e sviluppò un interesse per lo spiritualismo, distanziandosi gradualmente dalla fede cattolica, professata dalla sua famiglia. Nel 1881, completò il suo percorso di laurea e iniziò a lavorare come medico a bordo della nave Mayumba, che collegava la città di Liverpool alle coste occidentali dell’Africa. Doyle prese la decisione di abbandonare quel lavoro e si trasferì a Plymouth, nel sud dell’Inghilterra. Lì, lavorò nello studio medico di un suo ex compagno di scuola. Tuttavia, a causa di divergenze con il collega, Doyle decise di aprire il suo studio medico a Southsea, un sobborgo di Portsmouth. Purtroppo, lo studio non ebbe molto successo e, dopo un certo periodo, Doyle prese la decisione di abbandonare definitivamente la medicina per dedicarsi completamente alla sua carriera letteraria.
Nel 1886, scrisse un romanzo poliziesco il cui protagonista era un detective privato, molto abile a scoprire il colpevole di un crimine grazie al suo ingegno acuto, all’attenta osservazione di tutti gli indizi a lui disponibili, alla sua mente analitica e deduttiva. Fu così che per la prima volta il leggendario detective Sherlock Holmes e il suo assistente Dott. Watson apparvero nel romanzo Uno Studio in Rosso.
Fu nominato baronetto nel 1902 proprio grazie al successo della sua carriera letteraria.
Nel 1928 Arthur Conan Doyle pubblicò gli ultimi dodici racconti di Sherlock nella raccolta intitolata Il Taccuino di Sherlock Holmes.
Arthur Conan Doyle morì lunedì 7 luglio 1930 nella sua casa di Crowborough, circondato dalla sua famiglia.