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Nel 1809 nasce a Boston negli Stati Uniti Edgar Allan Poe.
Considerato uno dei maggiori e più influenti scrittori statunitensi della storia, Poe è stato l’iniziatore del racconto poliziesco, della letteratura dell’orrore e del giallo psicologico, scrivendo anche storie di fantascienza e avventura. Fu altresì un poeta romantico di valore, anticipando il simbolismo e il “maledettismo”.
Poe è considerato il primo scrittore alienato d’America, avendo dovuto lottare per buona parte della vita con problemi finanziari e personali, con l’abuso di alcolici e in seguito sostanze stupefacenti, oltre che con l’incomprensione del pubblico e della critica dell’epoca.
Figlio di David Poe ed Elizabeth Arnold, attori girovaghi di modeste condizioni economiche. Il padre abbandona la famiglia quando Edgar è ancora piccolo; quando dopo poco muore anche la madre, viene adottato in maniera non ufficiale da John Allan, ricco mercante della Virginia. Da qui l’aggiunta del cognome Allan a quello originale.
Seguendo gli affari del tutore, Edgar passa anche un lungo periodo in Gran Bretagna, la cui influenza si farà sentire nella sua produzione letteraria (basti pensare che studia in una scuola adiacente a un cimitero, presso cui vengono svolte anche alcune lezioni).
Tornato negli Stati Uniti, Poe segue in maniera discontinua dei corsi universitari, sperperando nel gioco i soldi che Allan gli manda per il mantenimento. Quando la situazione si fa insostenibile lascia definitivamente l’accademia, preferendole la vita militare che, almeno, gli garantisce uno stipendio fisso. Qui, nonostante una serie di veloci avanzamenti di carriera, non è felice, e il suo unico conforto sembra essere la scrittura: del 1827 è Tamerlano, un poema epico pubblicato con uno pseudonimo, a cui seguono due raccolte poetiche.
Quando, dopo l’università, sceglie di abbandonare anche l’esercito, il suo destino è segnato: Edgar Allan Poe sarà il primo scrittore statunitense a cercare di vivere unicamente grazie al proprio talento, senza, quindi, affiancare la scrittura a un più remunerativo lavoro primario.
In questi anni Poe continua a scrivere versi satirici. Nel 1832 arrivano i primi successi come scrittore che lo portano nel 1835 ad ottenere la direzione del “Southern Literary Messenger” di Richmond.
Il padre adottivo muore senza lasciare alcuna eredità al figlioccio.
L’assenza di una legge sul diritto d’autore costringe a vendere la propria opera al migliore offerente senza aver modo di guadagnare dalle copie vendute. Edgar Allan Poe resta quindi senza un soldo in tasca e, nonostante la qualità e la peculiarità dei suoi racconti gli conferiscano notevole celebrità, non verrà mai davvero capito e apprezzato dal grande pubblico. Non a caso, infatti, lo scrittore è conosciuto principalmente per la sua attività di critico (talmente spietato da arrivare a stroncare persino una raccolta di poesie a cui aveva partecipato in prima persona con alcuni testi) e di editore e redattore per diversi periodici letterari.
Sono di questo periodo testi come il Manoscritto trovato in una bottiglia, del 1833, e le Avventure di Gordon Pym, del 1838, storia fantastica che sarà d’ispirazione a Herman Melville, vissuto nello stesso periodo. Poe affronta questo tumulto lavorativo da Baltimora, dove soggiorna a casa di una zia e dove conosce quella che, tra un racconto e un altro, diventerà sua moglie.
All’età di 27 anni, Edgar Allan Poe sposa la cugina Virginia Clemm, non ancora quattordicenne. E’ questo un periodo nel quale pubblica innumerevoli articoli, racconti e poesie, senza però ottenere grandi guadagni.
In cerca di miglior fortuna decide di trasferirsi a New York. Dal 1939 al 1940 è redattore del “Gentleman’s magazine”, mentre contemporaneamente escono i suoi “Tales of the grotesque and arabesque” che gli procurano una fama notevole.
Poe, in difficoltà economiche e con una moglie bambina, inaugura gli anni Quaranta con alcune delle sue opere migliori. A inizio decennio viene pubblicata La caduta della casa degli Usher (1840), e del 1841 è I delitti della Rue Morgue, considerato il primo racconto poliziesco della storia, in cui, attraverso l’analisi degli indizi e degli ambienti, un complicato caso di omicidio viene risolto dal protagonista Dupin, personaggio di straordinarie doti analitiche che influenzerà Arthur Conan Doyle nella creazione del suo Sherlock Holmes.
Le sue capacità di redattore erano tali che gli permettevano ogni volta che approdava ad un giornale di raddoppiarne o quadruplicarne le vendite. Nel 1841 passa a dirigere il “Graham’s magazine”. Due anni più tardi le cattive condizioni di salute della moglie Virginia e le difficoltà lavorative, lo portano a dedicarsi con sempre maggior accanimento al bere e, nonostante la pubblicazione di nuovi racconti, le sue condizioni economiche restano sempre precarie.
Nel 1844 Poe inizia la serie di “Marginalia”, escono i “Tales” ed ottiene grande successo con la poesia “The Raven”. Le cose sembrano andare per il meglio, soprattutto quando nel 1845 diventa prima redattore, poi proprietario del “Broadway Journal”.
Ben presto la reputazione raggiunta viene però compromessa da accuse di plagio, portando Edgar Allan Poe verso una profonda depressione nervosa che, unita alle difficoltà economiche, lo portano a cessare le pubblicazioni del suo giornale.
Trasferitosi a Fordham, seriamente malato ed in condizioni di povertà, continua a pubblicare articoli e racconti pur non ottenendo mai vera fama in patria; il suo nome invece comincia a farsi notare in Europa e soprattutto in Francia.
Nel 1847 la morte di Virginia segna una pesante ricaduta della salute di Poe, che però non lo distoglie dal continuare a scrivere. La sua dedizione all’alcolismo raggiunge il limite: trovato in stato di semi incoscienza e delirante a Baltimore, Edgar Allan Poe muore il 7 ottobre 1849.
La morte di Poe, come pure la sua esistenza, è avvolta nel mistero. Il 3 ottobre del 1849 lo scrittore fu visto mentre camminava in stato confusionale per le strade di Baltimora con addosso vestiti non suoi. Dopo quattro giorni Poe morì in ospedale, senza riuscire a spiegare quanto accaduto. Tante le ipotesi avanzate negli ultimi anni: dalla sifilide al delirium tremens, dalla meningite al colera. Si dice che la notte prima di morire questi abbia urlato più volte il nome Reynolds, ma nessuno capì mai a chi fosse riferito. E sempre al suo decesso è legata l’ultima curiosità: a scrivere il suo necrologio fu Rufus Wilmot Griswold, nemico personale e professionale di Poe. Lo dipinse come un dipendente dall’oppio, pazzo e ubriaco. Lo stesso precisò poi in quell’occasione che tutti i racconti di Poe, a meta strada tra il fiabesco e l’orrido, traevano spunto dal suo tremendo vissuto.