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Luce D’Eramo (nome di battesimo era Lucette Mangione) nacque il 17 giugno del 1925 a Reims (Francia) da genitori italiani, Luce D’Eramo – nome da sposata di Lucette Mangione che mantiene anche dopo il divorzio dal marito Pacifico D’Eramo – vive fino ai quattordici anni a Parigi. Il padre, illustratore e pittore, ha vissuto a Parigi tra il 1912 e il 1915, ha combattuto durante la prima guerra mondiale, nel 1918 è diventato pilota di aerei, quindi si è stabilito di nuovo in Francia dove fa il costruttore. La madre ha l’incarico di segretaria del Fascio a Parigi e si occupa di assistere i lavoratori italiani emigrati. Nel 1938 Luce rimpatria con la famiglia in Italia e precisamente, in un primo tempo, presso la casa della nonna materna ad Alatri, dove si iscrive al liceo classico.
All’indomani del 25 luglio 1943, dopo la caduta del regime, segue in un primo momento la famiglia a Bassano del Grappa, dove il padre viene nominato sottosegretario all’aviazione nella Repubblica di Salò; dopo qualche mese, venuta a conoscenza di voci sempre più insistenti sulle deportazioni e sulle angherie che si perpetravano nei lager nazisti, dubbiosa, frastornata, ma ancora restia ad abbandonare il suo idealismo di giovane fascista, il 7 febbraio 1944 decide di verificare di persona, e scappa di casa per andare a lavorare come operaia volontaria nei campi di lavoro tedeschi.
Lì Luce si accorge ben presto della cruda realtà dell’oppressione e dello sfruttamento, si ribella, solidarizza coi russi prigionieri, partecipa all’organizzazione di uno sciopero voluto dalla resistenza francese e viene incarcerata. Dopo un tentativo di suicidio, rimpatriata per riguardo alla sua famiglia, a Verona invece di tornare a casa si unisce deliberatamente a un convoglio di deportati e finisce nel lager di Dachau. Da lì riesce a fuggire, e conduce un’esistenza vagabonda di clandestina, svolgendo i lavori più umili, in una Germania sconvolta dai bombardamenti, finché a Magonza, il 27 febbraio 1945, mentre aiuta a scavare nelle macerie per recuperare i feriti, un muro le crolla addosso riducendola in fin di vita e lasciandola paralizzata alle gambe. Tutte queste vicissitudini, accadute nel giro di meno di un anno, sono raccontate in Deviazione, romanzo autobiografico e “giallo” della memoria, cominciato pochi anni dopo il rientro in Italia, ma terminato e pubblicato a più di trent’anni di distanza, nel 1979.
Ritornata in Italia alla fine della guerra, Luce passa un periodo a Bologna, ricoverata all’Istituto Rizzoli, dove conosce e sposa Pacifico d’Eramo, reduce dalla spedizione in Russia – dove è stato ferito – e futuro professore di filosofia. I due si trasferiscono a Roma. Dall’unione, che col tempo si rivelerà infelice (dopo forti dissidi finiranno col separarsi) nasce nel 1947 il figlio Marco d’Eramo.
Ripresi gli studi universitari, d’Eramo si laurea nel 1951 in lettere, con una tesi sulla poetica di Giacomo Leopardi, e poi in filosofia nel 1954 con una tesi sulla Critica del giudizio di Kant.
Dopo aver pubblicato presso una piccola casa editrice Idilli in coro nel 1951, conosce Moravia che l’apprezza come scrittrice e le pubblica su Nuovi Argomenti il racconto Thomasbräu, poi confluito in Deviazione. In seguito scriverà il primo dei suoi saggi fortemente anticonvenzionali: Raskolnikov e il marxismo (1960, ripubblicato nel 1997), in cui discute con Moravia a proposito dell’URSS. In Finché la testa vive (1964), romanzo anch’esso confluito in Deviazione, affronta il trauma di ritrovarsi in carrozzina a 19 anni e il ricominciare a vivere in un’Europa che esce in macerie dalla guerra.
Nel 1966 incontrerà lo scrittore e politico Ignazio Silone, al quale rimane legata per tutta la vita da un’amicizia umana e intellettuale, che la porta a pubblicare nel 1971 per la Arnoldo Mondadori Editore il suo saggio più impegnativo, un acuto studio critico-bibliografico su L’opera di Ignazio Silone, in cui esamina le resistenze della cultura italiana nei confronti di uno scrittore considerato in tutto il mondo come un grande del Novecento italiano. Negli anni della cosiddetta strategia della tensione, l’amicizia con Camilla Cederna la porta a interessarsi al caso Feltrinelli, sollevato dalla giornalista milanese riguardo alla versione ufficiale sulla morte dell’editore, saltato in aria – secondo la polizia – mentre minava un traliccio dell’alta tensione; in Cruciverba politico. Come funziona in Italia la strategia della diversione (1974), Luce d’Eramo consegna una tagliente analisi della stampa quotidiana sull’argomento.
Ultima luna infatti è uno dei pochi romanzi italiani che abbia scelto di indagare una realtà, relegata nel silenzio, quella delle case di riposo, che ora sono diventate RSA, cui la Pandemia del Covid-19 ha restituito visibilità, mettendone in evidenza fragilità, problematiche aperte e mai risolte, nonostante il cambiamento di denominazione. La d’Eramo nel libro, costruendo una storia complessa, ha voluto essere dalla parte della verità e non si è accontentata della finzione narrativa, ma ha voluto cogliere il senso e la complessità di questo luogo, al punto che per scrivere il libro ha fatto una scelta precisa:
“Quando ho scritto Ultima luna, per documentarmi sulla condizione degli anziani mi sono fatta rinchiudere in più di una casa di riposo e non è stato piacevole”.
Ultima luna
di Luce D'Eramo
28,00 €Il prezzo originale era: 28,00 €.22,40 €Il prezzo attuale è: 22,40 €.
Il suo libro più noto, il romanzo Deviazione, è diventato un best seller, venduto in centinaia di migliaia di copie e tradotto in francese, in tedesco e in giapponese. Dal romanzo Nucleo zero, anch’esso tradotto in tedesco e spagnolo, il regista Carlo Lizzani nel 1984 ha tratto il film omonimo. Ma il libro al quale la scrittrice teneva di più è il romanzo Partiranno (1986), appassionata cronistoria della permanenza sulla Terra dei Nnoberavezi, alieni gentili e curiosi di conoscenza, ai quali Luce d’Eramo si è interessata grazie alla propria “alienità”, come ha chiarito nel suo ultimo libro-intervista, Io sono una aliena, pubblicato nel 1999, due anni prima di morire a Roma il 6 marzo 2001.
È sepolta nel cimitero acattolico di Roma.